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Sommergibile disperso. A che tipo di morte atroce sono andati incontro i 5 magnate

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 22/06/2023

AttualitàCronache sanitarie

Alle 11.00 ore italiana di oggi, le scorte di ossigeno, all’interno del sommergibile Titan sono finite e per le cinque persone a bordo, ormai, non c’è più speranza di sopravvivenza.

I cinque passeggeri,  il milionario britannico Hamish Harding (58 anni), il businessman pakistano Shahzada Dawood (48) col figlio Suleman (19), l'esploratore e pilota di sommergibili francese Paul-Henri Nargeolet (77) e Stockton Rush (61), il patron di OceanGate, l'azienda proprietaria del Titan, potrebbero essere andati incontro ad una morte atroce.

 

La storia

Del sottomarino si sono perse le tracce il 18 giugno, quando si trovava nell’Oceano Atlantico, al largo delle coste canadesi di Newfoundland, dopo meno di due ore dal distacco dalla Polar Prince – l’imbarcazione adibita a portare il sottomarino “sopra” il Titanic, a una distanza di circa 700 metri.

5 magnate, alla ricerca di emozioni forti, per l’esorbitante cifra di 250mila dollari, hanno firmato un contratto, accettando il rischio di morte, pur di inabissarsi ad una profondità di quasi 4mila metri, alla ricerca dei resti del Titanic , il transatlantico naufragato dopo uno scontro contro un iceberg il 15 aprile del 1912.

Ma qualcosa è andato storto e nemmeno due ore, del Titan si sono perse le tracce.

 

COME È FATTO IL MINI-SOTTOMARINO TITAN

Il mini-sottomarino Titan classe Cyclops di OceanGate è grande 670cm x 280cm x 250cm, può raggiungere quattro mila metri di profondità e può ospitare massimo cinque persone con un’autonomia di 96 ore. Costruito in fibra di carbonio e titanio, è abbastanza leggero, pesa 10.432 kg e può caricare altri 685 kg. Titan è facile da manovrare ed è stato progettato per immersioni di breve durata, anche per uso turistico, ed è impiegato per sopralluoghi e ispezioni in loco, oltre che per ricerche scientifiche e per la raccolta dati in acque profonde. Raggiunge la velocità di tre nodi grazie a quattro propulsori elettrici Innerspace 1002.

Il piccolo sottomarino Titan è dotato  di illuminazione all'avanguardia e sistemi di navigazione sonar plus interni ed esterni oltre che attrezzature video e fotografiche 4K. All’interno ci sono apparecchiature per il monitoraggio, l’ispezione e la raccolta dati. Attraverso l’oblò di prua di 53 cm di diametro i passeggeri possono vedere tutto ciò che circonda il sottomarino da vicino. Una delle componenti più innovative a bordo del sottomarino Titan è il sistema di sicurezza basato sulla tecnologia Rtm (Real Time Hull Health Monitoring). Si tratta di un sistema di monitoraggio delle condizioni di salute del mezzo in tempo reale.

Eppure qualcosa, proprio in questa ultima strumentazione, non deve aver funzionato.(da ELLE DECOR).

Il Titan, pare non fosse nuovo a queste missioni ed un anno fa, racconta Arthur Loibl, 60 anni, si è immerso sul sito del relitto dell'Atlantico nell'agosto 2021, affermando di essere stato «incredibilmente fortunato» a sopravvivere. Parlando con il quotidiano tedesco Bild, Loibl ricorda che il primo sommergibile che hanno provato non ha funzionato. «Alcune parti si sono staccate e la missione è iniziata con cinque ore di ritardo per problemi elettrici». Questa, sospetta Loibl, potrebbe essere la causa della scomparsa del Titan anche stavolta. «Allora era una missione suicida», le sue parole alla Bild.

 

Ma incontro a che tipo di morte sono andati i 5 magnate?

L'ossigeno a disposizione dei passeggeri del Titan durava solo 96 ore. Queste ore sono finite alle 11 di  oggi giovedì 22 giugno 2023. A causa tuttavia della paura che provoca un aumento del battito cardiaco e della respirazione, l'ossigeno sarebbe finito anche prima.

Le possibilità di morte a cui sono andati incontro i 5 miliardari è quella del soffocamento.

Determinante per le dinamiche di fine vita è se si esaurisca l’ossigeno o aumenti troppo l’anidride carbonica (CO2). Un aumento eccessivo di CO2 rispetto all’ossigeno peggiorerebbe la situazione psicologica causando panico e un senso di soffocamento angosciante nel momento finale, perché l’aumento della CO2 viene percepito dal nostro cervello con un segnale estremamente ansiogeno ed è il motivo per cui si scatena la paura. Se l’ossigeno diminuisce prima che la CO2 raggiunga una concentrazione elevata, subentrerebbero prima un forte mal di testa, poi la sonnolenza e in seguito un progressivo addormentamento. Il nostro cervello non è “strutturato” per capire quanto ossigeno manca, può sembrare paradossale, ma è molto più “interessato” alla CO2, quindi se l’ossigeno scende ma la CO2 resta normale, la reazione del nostro sistema vegetativo non sarebbe così drammatica come con l’ipotesi contraria".

Se l'ossigeno finisse prima dell'aumento di CO2, dunque, la situazione sarebbe "migliore" perché una persona, anziché spaventarsi morendo soffocata, si addormenterebbe.