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Spagna, via libera alla donazione di organi tra persone con HIV: abrogato il divieto del 1987

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 21/07/2025

EsteroStandard Assistenziali

Un cambiamento storico che riduce le liste d’attesa e combatte lo stigma: anche USA e Sudafrica pionieri

Donazione di organi tra persone affette da HIV: in Spagna arriva una svolta storica. Dal 7 luglio 2025 è ufficialmente abrogato il regolamento del 1987 che vietava la possibilità per le persone sieropositive di donare i propri organi. Una decisione annunciata nel dicembre 2024 dalla ministra della Salute Mónica García, in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS, e che oggi diventa realtà grazie all’impegno dell’Organizzazione Nazionale dei Trapianti (ONT) e all’evoluzione delle conoscenze medico-scientifiche.

“Un debito storico nei confronti delle persone con infezione da HIV”, lo ha definito la direttrice dell’ONT Beatriz Domínguez-Gil.

Fino ad oggi, in Spagna, i pazienti sieropositivi in lista per un trapianto (circa 50 ogni anno) potevano ricevere solo organi da donatori non infetti. Con il nuovo quadro normativo, invece, sarà possibile accedere anche a trapianti da donatori HIV+, sia viventi che deceduti. Si stima che, solo nell’ultimo decennio, 65 potenziali donatori deceduti con HIV avrebbero potuto generare fino a 165 trapianti.

Un cambiamento sostenuto da dati clinici

La decisione spagnola non è frutto di improvvisazione, ma si fonda su una lunga esperienza clinica. Sin dai primi anni 2000, con il miglioramento della prognosi dell’infezione da HIV grazie alla terapia antiretrovirale, sono stati avviati trapianti su pazienti sieropositivi con ottimi risultati.

Dal 2005, un documento di consenso tra SEIMC, Piano Nazionale AIDS e ONT ha aperto formalmente alla possibilità di trapianti in pazienti HIV+, e i numeri parlano chiaro: 311 trapianti di rene, 510 di fegato, 11 di polmone, 10 di cuore e 1 trapianto combinato pancreas‑rene, tutti con esiti clinici favorevoli, a conferma dell’efficacia del protocollo sanitario adottato.

Una misura anche sociale

Oltre a ridurre significativamente i tempi di attesa e ad aumentare le possibilità di salvezza per chi è in lista, la misura rappresenta anche un’azione concreta contro lo stigma che ancora grava sulle persone affette da HIV.

“La nostra azione non è solo sanitaria ma anche sociale,” ha dichiarato la ministra García, sottolineando l’importanza di restituire dignità e parità di trattamento a questa fetta della popolazione.

L’ONT sarà incaricata di stabilire i protocolli operativi e i meccanismi di monitoraggio, mentre la Commissione per i Trapianti del Consiglio Interterritoriale dovrà adottare formalmente i criteri aggiornati.

Spagna al passo con i Paesi pionieri

Con questa decisione, la Spagna si unisce a Paesi che già da anni praticano il trapianto tra persone con HIV.
Il Sudafrica è stato il primo, nel 2008, spinto dall’alta prevalenza dell’infezione nella popolazione.
Negli Stati Uniti, il percorso è stato istituzionalizzato con l’approvazione dell’HOPE Act (HIV Organ Policy Equity Act), firmato nel 2013. Il primo trapianto HIV+/HIV+ è avvenuto nel 2016, e da allora sono stati oltre 350 gli organi trapiantati con successo in questo contesto.

L’esperienza di questi Paesi, unita a quella spagnola, dimostra come scienza, medicina e diritti possano viaggiare insieme nella stessa direzione: quella della vita.