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Sondaggio Nursind a Swg. Liste d’attesa: per 6 italiani su 10, gli infermieri sono la soluzione

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 06/07/2024 vai ai commenti

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Sei italiani su dieci (il 60% esatto del campione) sono convinti che per risolvere il problema delle liste d’attesa occorra assumere più medici e infermieri e oltre la metà (il 56%) ritiene necessario investire più risorse nel settore pubblico per estendere gli orari dei servizi sanitari. Questo è quanto emerge da una recente survey commissionata dal sindacato infermieristico Nursind a Swg, in un momento in cui il Senato sta esaminando il decreto liste d’attesa del governo.

La Voce di Nursind

Andrea Bottega, segretario nazionale di NurSind, ha commentato: “Il sondaggio rivela da un lato la consapevolezza da parte degli italiani della necessità di interventi concreti e non di misure spot senza risorse, e dall’altro le loro preoccupazioni sulla tenuta del Sistema Sanitario Nazionale (SSN). Il fatto che solo l’11% dei rispondenti sostenga l’ipotesi di un rafforzamento del privato accreditato per abbattere i tempi dei servizi sanitari è spia di un timore crescente nella popolazione circa un progressivo scivolamento verso il privato della sanità”.

Il Ruolo degli Infermieri

L’indagine ha messo in luce anche la convinzione dei cittadini sul ruolo chiave che potrebbero avere gli infermieri nel ridurre le liste d’attesa. Il 71% del campione crede infatti che gli infermieri, occupandosi di visite di controllo post-ricovero, medicazioni semplici, piccole suture e prescrizione di presidi sanitari, contribuirebbero a snellire i tempi di risposta. Un italiano su cinque pensa addirittura che questa soluzione migliorerebbe significativamente la situazione.

Carenza di Personale e Attrattività della Professione

“Pur volendo, però, il problema numero uno rimane la carenza di professionisti - ha sottolineato Bottega - e, ammesso che si voglia assumere personale infermieristico, l’ostacolo da superare è ancora una volta la scarsa attrattività del nostro lavoro. Un appeal sempre più sbiadito che non solo noi, come parte in causa, ma anche gli italiani (l’84%) adducono in primis agli stipendi bassi e a carichi di lavoro eccessivi, oltre che (l’80%) a un irrilevante riconoscimento del valore della professione”.

Preoccupazioni per il Futuro

Le preoccupazioni per il futuro sono condivise sia dai cittadini che dagli infermieri. “Condividiamo con gli italiani le stesse ansie - prosegue il segretario -. Ben nove italiani su dieci si dichiarano preoccupati per la grave carenza di infermieri che si profila nei prossimi anni. E noi lo siamo quanto loro”. Di conseguenza, il 53% degli intervistati da Swg teme una riduzione dei servizi pubblici a favore di quelli privati, mentre il 35% prevede una riduzione della qualità delle prestazioni.

Il 39% del campione paventa un allungamento delle liste d’attesa. Una prospettiva che preoccupa anche il Nursind, già allarmato dagli effetti dell’attuale decreto. “Non a caso - conclude Bottega - abbiamo subito messo in guardia governo e Parlamento sul rischio di uno spostamento dei tempi d’attesa dalla fase diagnostica a quella terapeutica”.

 

 survey Nursind-SWG (1)