Più risorse economiche, ma disparità per le prestazioni aggiuntive tra medici e infermieri
Il segretario Giannoni: “Bene la decisione di investire grazie al decreto Calabria.Per risolvere il problema servono assunzioni: la priorità, per noi, resta quella”
Firenze, 11 novembre 2024. Più risorse economiche per gli infermieri e linee guida precise per le prestazioni aggiuntive del personale sanitario: nei giorni scorsi si è tenuto un lungo confronto tra le organizzazioni sindacali e la Regione che ha portato a un esito che ha soddisfatto parzialmente il NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche.
“Guardiamo con favore - spiega il segretario regionale Giampaolo Giannoni - la decisione della Regione Toscana di stanziare più risorse economiche per tutto il personale del comparto. Si tratta di circa 7 milioni di euro, relativi al 2024, che saranno destinati alle aziende sanitarie, ai quali dovrà essere aggiunto dal prossimo anno un incremento stabile di 13 milioni a livello regionale ottenuto grazie all’attuazione del cosiddetto ‘decreto Calabria’ ”.
Giudizio negativo del NurSind, invece, per quanto riguarda la redazione di linee guida per le prestazioni aggiuntive del personale sanitario. La Regione ha deciso di confermare il tetto massimo di 100 euro all’ora per i medici per tutte quelle attività legate all’abbattimento delle liste d’attesa e alla gestione dei pronto soccorso, mentre ha lasciato il limite di 50 euro l’ora per gli infermieri, nonostante la normativa nazionale permettesse di impegnare la cifra oraria di 60 euro. Tariffe, queste, consentite soltanto per garantire i servizi al pronto soccorso e l’abbattimento delle liste d’attesa, mentre per le prestazioni aggiuntive legate alla copertura dei servizi dovuti alla carenza di organico restano cifre già previste, che in molti casi sono peggiorative rispetto a quelle già in vigore in molte aziende sanitarie toscane.
“Questa decisione non ci soddisfa - commenta Giannoni - perché crea un’ulteriore disparità tra personale medico e quello infermieristico/ostetrico. Inoltre siamo convinti che la priorità restino le assunzioni, che possono contribuire a risolvere il problema in maniera strutturale e non a spot, ma allo stesso tempo non possiamo accettare tariffari che sono offensive nei confronti del personale sanitario. Siamo particolarmente amareggiati da queste decisioni della Regione, che penalizzano in maniera tangibile la professionalità del personale infermieristico e ostetrico”.