Aggressione al Civico, il NurSind: Così nessuno vorrà più fare l’infermiere
Il sindacato esprime solidarietà al medico aggredito e denuncia il fallimento delle misure di tutela
Ancora violenza in corsia. Nella notte, al pronto soccorso dell’Ospedale Civico di Palermo, un medico è stato aggredito durante il proprio turno. Un episodio che scuote la comunità sanitaria e che, purtroppo, non rappresenta più un caso isolato. A intervenire è il NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche, che con la segreteria territoriale di Palermo e quella aziendale dell'Ospedale Civico, esprime ferma condanna per quanto accaduto e massima solidarietà al collega coinvolto.
«Non si può più lavorare in queste condizioni – affermano Aurelio Guerriero, segretario territoriale, e Giampiero Buglisi, segretario aziendale NurSind –. Purtroppo questi episodi di violenza non sono più casi sporadici, ma diventano sempre più frequenti e gravi. È evidente che le misure adottate finora non bastano. Occorrono azioni più efficaci, urgenti e strutturali».
Il sindacato richiama l’attenzione sulle condizioni in cui versano i professionisti della salute, spesso lasciati soli ad affrontare carichi di lavoro pesanti e ambienti sempre più ostili. «Tutto il personale sanitario va tutelato – continuano Guerriero e Buglisi –. Oggi ci chiediamo: perché nessuno vuole più fare l’infermiere? La risposta è sotto gli occhi di tutti: carenza di personale di supporto che porta al demansionamento, turni massacranti, retribuzioni non adeguate alla complessità del lavoro e, infine, le aggressioni sempre più frequenti».
Il NurSind sottolinea come queste criticità stiano rendendo sempre meno attrattiva la professione infermieristica, in particolare nelle aree dell’emergenza-urgenza. «I colleghi rischiano ogni giorno la propria incolumità – concludono –. Come NurSind condanniamo con forza questo grave episodio e ribadiamo la nostra piena solidarietà al medico vittima dell’aggressione».
Un grido d’allarme che si unisce a quello, ormai costante, di chi lavora in prima linea nei reparti più esposti. Servono interventi concreti. Prima che sia troppo tardi.