Morte in ospedale: assolti gli infermieri, ora si valuta di indagare sui vertici dell’Ausl Romagna
Tre assoluzioni e un colpo di scena giudiziario: si apre un nuovo fronte nell’inchiesta sulla morte di un 67enne, deceduto dopo essersi allontanato dal pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna. Il giudice per l’udienza preliminare, Corrado Schiaretti, ha assolto con formula piena i due infermieri dell’ambulanza e deciso il non luogo a procedere per il collega del triage. Ora, però, si profilrebbe un possibile procedimento penale per omicidio colposo contro i vertici dell’Ausl Romagna.
Il caso risale al novembre 2022. L’uomo era stato portato in pronto soccorso il 18 novembre, in stato confusionale, dopo essere stato trovato dai familiari in condizioni preoccupanti. Classificato come “urgenza differibile” al triage, con un’attesa prevista di un’ora, fu chiamato solo dopo oltre due ore e mezza. Ma a quel punto, secondo alcune testimonianze, si era già allontanato. Due giorni dopo fu trovato in un fosso, disorientato e infreddolito. Ricoverato nuovamente, morì il 7 dicembre per ipotermia e polmonite.
Sotto accusa erano finiti inizialmente i due infermieri dell’ambulanza e l’infermiere del triage, con l’ipotesi di omicidio colposo per omessa sorveglianza. La Procura aveva chiesto una condanna a un anno e quattro mesi per i primi due e il rinvio a giudizio per il terzo. Ma il Gup ha stabilito che "il fatto non sussiste". Già in fase di indagine una perizia aveva scagionato gli operatori sanitari, sottolineando che avevano agito correttamente e messo in luce, invece, criticità sistemiche.
A emergere è un quadro preoccupante: il pronto soccorso di Ravenna, al momento dei fatti, era fortemente sovraffollato e sotto organico. Una situazione che, secondo il consulente della difesa, rendeva impossibile rispettare i tempi di accettazione e monitoraggio. Anche il consulente del pubblico ministero aveva ammesso che il ritardo nella visita era legato a problemi organizzativi.
Ed è proprio da queste considerazioni che nasce la svolta: il giudice Schiaretti avrebbe ordinato la trasmissione degli atti alla Procura per valutare l’apertura di un’indagine nei confronti della dirigenza Ausl. Sotto esame potrebbero finire ora il direttore generale e il responsabile della direzione amministrativa. Il sospetto è che una cattiva gestione del personale e dell’organizzazione del pronto soccorso abbia giocato un ruolo decisivo nella tragedia.
Una decisione che ribalta la prospettiva dell’inchiesta: non più le figure di prima linea, ma chi guida il sistema sanitario locale potrebbe dover rispondere della morte di quell’uomo.
da il Resto del Carlino