Sanità piemontese in affanno, il NurSind alza la voce: servono risposte, non promesse
Torino – Dopo mesi di attesa e dialoghi disattesi, il sindacato degli infermieri NurSind torna a denunciare con forza l’immobilismo della Regione Piemonte su temi cruciali per la tenuta del sistema sanitario. A parlare è Francesco Coppolella, segretario regionale del NurSind, che affida a una dichiarazione dura e articolata il malcontento di una categoria ormai esasperata.
“Sino ad oggi ci siamo posti in modo costruttivo e collaborativo”, afferma Coppolella, “con la finalità di poter dare risposte alle molteplici criticità che affliggono il nostro sistema sanitario regionale e contestualmente ai professionisti che lo fanno funzionare, consapevoli che i problemi sono complessi e non di facile soluzione”.
Ma la disponibilità al dialogo, sottolinea il sindacalista, non ha trovato un reale riscontro nei fatti. Dall’emergenza territoriale alla carenza di personale infermieristico, dalle risorse extra-tetto ai progetti legati al PNRR, il sindacato denuncia una lunga serie di nodi irrisolti.
“Ancora oggi non è stato possibile avere un incontro con la direzione regionale sanità in merito alla riorganizzazione del sistema 118”, spiega Coppolella. “L’accordo siglato il 9 aprile prevedeva un nuovo confronto per il 5 maggio, ma l’impegno è stato disatteso senza giustificazioni”.
Stessa incertezza riguarda il tema degli algoritmi di valutazione del personale. “Nonostante le rassicurazioni politiche, la delibera regionale promessa non si è ancora vista, né abbiamo ricevuto i chiarimenti richiesti”, denuncia.
Un tema cruciale resta quello della carenza di infermieri. Il NurSind ha più volte sollecitato la Regione a definire una strategia chiara, “elencando le maggiori criticità e chiedendo focus specifici”, ma anche su questo fronte tutto è rimasto fermo.
Ancora più grave, secondo il sindacato, la mancata trasparenza sull’utilizzo delle risorse economiche destinate proprio a rafforzare il personale. “Parliamo di circa 100 milioni di euro, fondi in deroga ai limiti di spesa da usare per potenziare la medicina territoriale e ospedaliera”, ricorda Coppolella. “Eppure solo una azienda ha risposto alla nostra richiesta di informazioni, e a livello regionale non se ne discute nemmeno”.
Sul fronte delle prestazioni aggiuntive, il NurSind aveva dato disponibilità per contribuire a smaltire le liste d’attesa, a patto che si investisse anche sul personale. Ma anche qui, dice Coppolella, “non sappiamo come le aziende abbiano utilizzato le risorse, mentre sappiamo che in molti casi si continua a chiedere prestazioni extra senza retribuirle”.
Preoccupano anche il mancato incontro con il MEF per le reinternalizzazioni promesse, e la gestione dei sei milioni di euro stanziati per contrastare le aggressioni al personale sanitario. “Ad oggi non abbiamo alcuna contezza su come siano stati utilizzati”, afferma.
Criticità che si estendono anche all’attuazione dei progetti legati al PNRR e al nuovo piano sociosanitario, di cui il sindacato non ha visto alcun documento. “Ci aspettiamo un confronto vero, previsto anche dal contratto collettivo nazionale”, sottolinea.
Il tono finale lascia poco spazio a interpretazioni: “La nostra disponibilità rimane, purché si affrontino i temi sollevati, si diano risposte alle richieste avanzate e si intervenga con azioni concrete”, conclude Coppolella. “Auspichiamo di trovare apertura non solo con le parole ma anche con i fatti. In caso contrario, non esiteremo ad attivare tutte le forme di protesta che riterremo opportune”.
Il messaggio è chiaro: il tempo della pazienza è finito.