Emergenza infermieri a Livorno e all’Elba: il piano estivo dell’Asl è una toppa su una voragine
"Portoferraio al collasso con 22 dimissioni in un mese. A Livorno aumentano i carichi di lavoro notturni"
Livorno, 23 maggio 2025 – Il piano estivo dell’Asl Toscana Nord-Ovest per fronteggiare le criticità dei mesi più caldi è stato presentato come un potenziamento degli organici, ma per il NurSind – sindacato delle professioni infermieristiche – si tratta solo di un pannicello caldo. “Annunciare qualche assunzione nel pieno di una situazione drammatica – dichiara Katia Filomena Albano, segretaria territoriale del NurSind di Livorno – equivale a fare la carità al personale sanitario. A Livorno arriveranno solo quattro operatori socio sanitari: una goccia nel mare”.
Il sindacato denuncia una realtà ospedaliera allo stremo. Nei reparti di medicina, gli infermieri e gli Oss sono costretti a turni massacranti e continui rientri per coprire le croniche carenze di personale, mentre l’Azienda sembra ignorare ogni principio di tutela del benessere psicofisico. Nelle chirurgie polispecialistiche è stato addirittura eliminato l’Oss di notte, costringendo gli infermieri a sobbarcarsi anche le attività di supporto. Intanto il pronto soccorso si prepara ad accogliere il consueto picco di accessi estivi con organici già decimati da lunghe malattie e pensionamenti non rimpiazzati.
Particolarmente critica la situazione all’ospedale di Portoferraio, sull’isola d’Elba, dove solo nel mese di maggio si sono registrate ben 22 dimissioni tra gli infermieri. “L’Asl – continua Albano – ha pensato di rimediare con un bando e chiedendo ai colleghi degli altri presidi di coprire i turni con gettoni. Un’ulteriore dimostrazione del disinteresse verso l’unico presidio ospedaliero dell’isola, che d’estate deve affrontare un triplicarsi della domanda sanitaria sia in pronto soccorso che nei reparti”.
Il NurSind chiede interventi strutturali e pianificati, non soluzioni tampone, per garantire sicurezza, qualità dell’assistenza e dignità a chi lavora e a chi riceve cure. “Non si può parlare di sanità pubblica se si continua a ignorare il valore delle persone che la rendono possibile ogni giorno”, conclude Albano.