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Pazienti in attesa, lavoratori allo stremo: ecco la verità sulla sanità a Nord Sardegna

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 30/05/2025

NurSind dal territorioSardegna

NurSind Sassari, i sindacati medici (CIMO-FESMED, FASSID e AAROI-EMAC) e la Uil avevano chiesto un incontro urgente con la dirigenza Aou e Asl a seguito dell’assemblea che si era svolta l’otto maggio e oggi l’incontro si è svolto.

Sono stati tanti gli interventi che hanno fanno la cronistoria dei problemi che affliggono l’ospedale marino di Alghero, interessato negli ultimi anni da un precedente passaggio dal Asl alla Aou, con retromarcia inserita dalla nuova giunta regionale che intende riportarlo al suo posto e operativamente del 1 gennaio 2026; domani praticamente.

E la sensazione che i commissari non siano ancora entrati nel pieno del loro mandato nonostante la nomina attribuisca loro anche poteri straordinari, era palpabile stamattina e di risposte ne sono arrivate ben poche a chi chiedeva anche solo semplicemente che cosa si ha intenzione di fare dei servizi attivi. Tanto più che ad Alghero esiste già un ospedale di primo livello e considerato che il principale obbiettivo dell’azienda locale sarà proprio di concentrarsi sull’organizzazione del territorio, posto che come è stato ribadito da molti, l’ospedale di Sassari è un hub di secondo livello in mano all’azienda ospedaliero universitaria, ai limiti dello stremo, unica realtà del nord Sardegna in grado di farsi carico dei pazienti per qualsiasi loro necessità e che dovrebbe e vorrebbe solo occuparsi di acuti delegando poi al territorio la loro assistenza.

Abbiamo chiesto di non ripetere gli errori del passato e quindi l’apertura della mobilità interaziendale, per tutelare le eventuali richieste dei colleghi che vogliono restare in AOU o che preferiscono andare in Asl, con la conservazione degli incarichi per chi li aveva ottenuti” ha dichiarato Fausta Pileri Segretaria Territoriale NurSind Sassari – e “rassicurazioni in tema di sicurezza e carenze che avevamo già segnalato”.

D’altronde” hanno proseguito i rappresentanti NurSind “per quanto il ricorso al Consiglio di Stato apre scenari che non è nemmeno possibile immaginare, la legge è in vigore e il passaggio va preparato nonostante si sia già in ritardo e questo significa che i commissari devono utilizzare pienamente i loro poteri e accettare fin da subito la richiesta di apertura della mobilità, aprendo un bando chiaro che dia immediata sicurezza ai lavoratori in merito al loro destino”.

NurSind Sassari vuole concedere qualche giorno ai commissari per misurare più nel concreto disponibilità al dialogo (come da rassicurazione degli stessi) e concretezza del mandato e dei piani, concedendo un ”credito di fiducia alla persona in quanto nuova nel ruolo apicale ma avendola già abbondantemente esaurita nei confronti di chi li ha preceduti e di quanto accaduto finora anche per mano di tutti gli altri attori ancora nel pieno delle proprie funzioni” ha concluso Pileri.

Al di la dei buoni propositi, il tempo e la confusione normativa sembrano essere i peggiori nemici, senza dimenticare il fatto che sembra evidente la mancanza di un piano definito, che i commissari non ne abbiano ancora uno mentre sia palese che i cittadini, i pazienti e i lavoratori continuano ad aspettare e a sopravvivere sperando che tutto vada bene.

Uno scenario che non può durare un giorno di più.