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NurSind contro il caos del trasferimento: personale ostaggio della riforma

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 15/05/2025

NurSind dal territorioSardegna

Convocata dai sindacati della dirigenza medica e sanitaria (CIMO-FESMED, FASSID e AAROI-EMAC) la Segreteria NurSind Sassari ha partecipato giovedì otto maggio all’assemblea sindacale del personale che lavora presso l’Ospedale Marino di Alghero per discutere degli effetti del passaggio dall’AOU Sassari all’ASL Sassari che avrà effetto dal primo gennaio 2026 a seguito della legge sul “rifunzionamento” del Servizio Sanitario Regionale che ha consentito di commissariare tutte le aziende. Legge impugnata dal governo su cui la Consulta dovrà esprimersi che ha aperto un periodo di forte incertezza e instabilità come abbiamo riportato, a cominciare dalla forte preoccupazione da parte dei medici e infermieri per gli effetti del trasferimento, di cui non si conosce progetto alcuno.

Va ricordato che l’ospedale Marino di Alghero, da sempre vocato all’attività ortopedica, era già stato oggetto del passaggio inverso dalla Asl Sassari all’Aou, per volere della passata amministrazione regionale. Oggi, come nel Monopoli che se capiti nella casella “imprevisti” rischi di finire in prigione senza passare dal via e senza manco “ritirare i duecento euro”, il personale che grazie a quella acquisizione era potuto trasferirsi da Sassari (sede delle strutture ospedaliere Aou) ad Alghero, rischia di tornare “alla prigione” di Sassari con gravi ripercussioni familiari, lavorative, di carriera.

 

«I nostri iscritti hanno espresso preoccupazione ed incertezza per gli effetti che tale passaggio avrà sul loro lavoro e sulla qualità dell’assistenza. Non riusciamo ad abituarci a questi trasferimenti, in cui gli unici a rimetterci possono essere i lavoratori e i pazienti» ha affermato la Segretaria territoriale NurSind Fausta Pileri. “Un professionista che aveva che aveva fatto a suo tempo un concorso scegliendo di lavorare in Aou, si trova gioco forza ad essere trasferito in un'azienda che non gli appartiene”. “Riorganizzare tutto dal 1 gennaio 2026 - ha proseguito Pileri - potrebbe avere ripercussioni sulla qualità dell'assistenza, posto che le criticità preesistenti come la sicurezza e la carenza di personale non erano ancora state sanate; a riguardo basti pensare al personale infermieristico costretto a lasciare il reparto per accompagnare a visita a Sassari i pazienti anche per semplici consulenze, lasciando il collega da solo in corsia, dando luogo a situazioni di stress lavoro correlato ingestite e mettendo a rischio la qualità dell’assistenza e la sicurezza dei reparti. Le ristrutturazioni delle sale non sono state ancora completate e nessuno ha idea di che fine faranno i reparti e i servizi ospitati nella struttura”.

Noi per primi - ha concluso Pileri - vogliamo migliorare la qualità del servizio reso alla popolazione, come ha detto l'assessore recentemente in visita ad Alghero, per questo sono necessarie risposte immediate, per sapere se vi sia il rischio dell’interruzione dei servizi, conoscere quale progetto abbiano affidato al commissario dall’assessorato e quali tutele avrebbe il personale, a cominciare dal banale diritto di prelazione ed apertura di mobilità interaziendale”.

 

Per questa ragione le organizzazioni sindacali di dirigenza e comparto hanno chiesto un incontro ai neocommissari e alla parte politica, nella speranza di aprire il dialogo e di avere risposte concrete.