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Sanità Emilia-Romagna, il NurSind chiede un tavolo urgente su emergenza e 118

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 16/07/2025

Emilia RomagnaNurSind dal territorio

Rodigliano: “Basta riforme calate dall’alto. Gli infermieri vanno ascoltati e coinvolti nelle scelte”

BOLOGNA, 15 LUGLIO 2025 – “È il momento di affrontare con serietà la questione dell’emergenza-urgenza in Emilia-Romagna. Gli infermieri non possono essere esclusi dalle scelte che li riguardano: chiediamo l’apertura immediata di un tavolo regionale per discutere criticità, soluzioni e competenze, insieme a chi opera ogni giorno nei servizi”.

A parlare è Antonella Rodigliano, segretaria regionale del NurSind Emilia-Romagna, all’indomani della riunione della Commissione Sanità che ha fatto il punto sulla rete dell’emergenza regionale.

“Abbiamo partecipato all’incontro in Regione – spiega Rodigliano – ma non basta essere ascoltati: serve un confronto costruttivo, concreto, dove si parli anche del ruolo essenziale degli infermieri, del carico di lavoro insostenibile, delle retribuzioni ferme da anni, del mancato riconoscimento professionale e delle giuste competenze richieste per operare efficacemente”.

Secondo NurSind, il confronto non può essere solo di facciata. Gli infermieri devono essere messi nelle condizioni di esprimere appieno la propria professionalità, attraverso protocolli chiari, coerenti con i diversi ambiti operativi, in particolare nei percorsi dell’emergenza-urgenza. “Serve personale con le giuste competenze, formato e riconosciuto nel suo ruolo”, sottolinea Rodigliano.

Il sindacato contesta anche la narrazione basata esclusivamente su dati e statistiche. “Dietro le medie sugli interventi e i mezzi di soccorso – prosegue – c’è una realtà fatta di turni massacranti, organici insufficienti e benessere lavorativo compromesso. Il nostro obiettivo è portare al tavolo proposte, non slogan: ma dobbiamo avere voce”.

NurSind lancia un chiaro avvertimento: nessuna riorganizzazione potrà funzionare se non parte dal basso. “Se le riforme vengono imposte dall’alto – afferma – rischiano di ignorare le reali criticità del sistema. E chi meglio degli infermieri, che vivono sul campo ogni giorno, può indicare le priorità e proporre soluzioni efficaci?”

“Aprire un tavolo regionale – conclude Rodigliano – significa sedersi e affrontare il tema con rispetto per la nostra professione, per la sicurezza del cittadino e per un servizio sanitario che sia davvero di qualità, non solo nei numeri”.