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Relazione Lea 2023 - marcate differenze territoriali

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 10/08/2025

AttualitàParlamento

Ne avevamo già parlato a luglio in occasione della relazione della Corte dei Conti sull’attuazione dei Lea e adesso abbiamo a disposizione il documento definitivo contenente la “Relazione 2023 sul Monitoraggio dei LEA attraverso il nuovo sistema di garanzia”.

La Relazione 2023 pubblicata dal Ministero della Salute, presenta un bilancio articolato sull’erogazione dei servizi sanitari fondamentali in Italia, evidenziando sia significativi miglioramenti sia criticità ancora presenti a livello regionale.

Il rapporto prende in esame 88 indicatori complessivi, concentrati in tre macro-aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. Di questi, un gruppo prioritario, denominato indicatori CORE, rappresenta un quadro sintetico e attendibile della capacità del sistema sanitario regionale di garantire i LEA.

Complessivamente, la maggior parte delle Regioni ha raggiunto o superato la soglia di sufficienza (punteggio minimo 60 su 100) nelle tre macro-aree di monitoraggio, confermando una tenuta generale dei servizi essenziali.

Le Regioni con i risultati migliori includono Piemonte, Lombardia, Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Sardegna. Queste realtà si distinguono per una buona integrazione tra prevenzione, assistenza territoriale e ospedaliera e per i progressi negli screening e nei servizi sociosanitari.

Viceversa, la relazione segnala criticità marcate in Valle d’Aosta, Abruzzo, Calabria, Sicilia, Bolzano, Liguria, Molise e Basilicata. Qui, alcune aree raggiungono risultati al di sotto della sufficienza, soprattutto nella prevenzione e nell’assistenza distrettuale, ambiti spesso penalizzati dalle disomogeneità organizzative e di risorse.

L’assistenza distrettuale emerge come il principale punto critico su scala nazionale, suggerendo la necessità di interventi strutturali per migliorare la presa in carico sul territorio, in particolare per anziani e pazienti cronici.

La relazione evidenzia inoltre un’aumentata efficacia degli screening oncologici, ma al contempo sottolinea la necessità di migliorare ulteriormente la copertura e la tempestività degli interventi.

Nel settore sociosanitario, si registrano miglioramenti nella qualità dei servizi per anziani, sebbene permangano disparità di accesso e di offerta.

La sicurezza e l’appropriatezza delle cure negli ospedali, misurate attraverso indicatori specifici, mostrano un andamento sostanzialmente stabile, ma con margini di ottimizzazione soprattutto nelle strutture di alcune regioni.

La relazione conferma che permangono marcate differenze territoriali dovute a fattori storici, organizzativi e socioeconomici. Mentre alcune Regioni sono vicine a livelli di eccellenza, altre devono ancora colmare divari significativi, specialmente in prevenzione e servizi territoriali.

Per questo, il rapporto richiama all’urgenza di politiche mirate, investimenti e azioni di governo che permettano di ridurre le disuguaglianze e migliorare la continuità assistenziale.

Il monitoraggio 2023, pur evidenziando progressi tangibili, sottolinea come la strada verso un’erogazione pienamente uniforme e di qualità dei Livelli Essenziali di Assistenza sia ancora lunga. Il miglioramento della prevenzione, il rafforzamento dell’assistenza sul territorio e la riduzione delle disuguaglianze regionali sono temi fondamentali per assicurare a tutti i cittadini il diritto alle cure essenziali e una sanità più equa e sostenibile. Per fare questo è necessario che la politica attui scelte coraggiose nello spirito fondativo del Servizio Sanitario Nazionale, chiamato così non a caso, trasformato purtroppo in un sistema clientelare che ha soddisfatto gli appetiti di tanti ma messo in ginocchio un diritto costituzionale che oggi si fa fatica a riconoscere.

Andrea Tirotto