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Il vaccino interferisce con la positività del tampone? Il caso Civico di Palermo

Giuseppe Romeodi
Giuseppe Romeo
Pubblicato il: 23/01/2021 vai ai commenti

AttualitàCoronavirusCronache sanitarie

Boom di contagi tra i vaccinati in corsia.Una ventina tra medici e infermieri avevano ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer.

Chiesta all'azienda farmaceutica se è ipotizzabile che il farmaco faccia interferenza con il tampone rapido antigenico.

 

In corsia è boom di contagi fra operatori sanitari che hanno eseguito la prima dose del vaccino anticovid, in servizio nei reparti dove sono esplosi focolai. Il professore di Igiene dell'università di Palermo e direttore dell'Istituto di Igiene del Policlinico ha chiesto all'azienda Pfizer Italia se è ipotizzabile che il farmaco faccia interferenza con il tampone rapido antigenico che ricerca le proteine del covid. Meno probabile l'interferenza con il tampone molecolare, che invece rileva sequenze genetiche del virus. Per ora -avverte il docente - è solo una suggestione senza basi scientifiche: 'Serve una valutazione più approfondita per escludere la possibilità di imbattersi in falsi positivi tra i vaccinati'. 

Gli ultimi focolai esplosi al Civico di Palermo in Medicina d'urgenza e Cardiologia hanno coinvolto, oltre a decine di pazienti non vaccinati, una ventina tra medici e infermieri. Tutti i sanitari avevano ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer fra il 31 dicembre e il 7 gennaio ed erano in attesa della seconda dose. Anche fra i contagiati del Policlinico, dove sono esplosi cluster in Cardiologia, Cardiochirurgia, Gastroenterologia e altri reparti, la maggioranza degli operatori risultati positivi si erano vaccinati e aspettavano il richiamo. 

Il nodo da sciogliere è se si tratti in tutti casi di reale contagio, come documenta anche lo studio clinico pubblicato sul New England in cui si parla di persone che hanno sviluppato i sintomi fra la prima e la seconda dose. Solo il richiamo, infatti, garantisce una copertura al 95 per cento dopo 7 giorni dalla somministrazione.

Ma non è escluso che la positività rilevata dal tampone per i soggetti vaccinati possa essere il frutto di una interferenza con il vaccino. Il professore di Igiene all'università di Palermo, Francesco Vitale, responsabile dell'ambulatorio di Epidemiologia clinica, invita alla prudenza: “Ho telefonato a Pfizer Italia per chiedere se hanno avuto segnalazioni di interferenze con i test rapidi antigenici e con i molecolari”.

Ma come si spiegherebbe questa interferenza? “Il vaccino a rna – dice il professore – genera un codice nel nostro organismo che fa sviluppare la proteina S. Sul mercato ci sono tantissimi test antigenici. Se quelli che usiamo vanno a ricercare la proteina S, allora è possibile che diano una positività anche per i vaccinati”. Non sempre però, ma in un determinato momento: “Non si tratta di una interferenza lunga. L'rna, degradandosi, produce questa proteina S che poi a sua volta si degrada quando si producono gli anticorpi. Ma se il test viene eseguito in questa fase transitoria, allora è probabile che dia una positività. Per cui bisogna stare attenti a non usare questi test sui vaccinati in questa fase. Oppure bisogna usare test che non rilevano questa proteina ma altre. Abbiamo chiesto a Pfizer se hanno rilievi di questo tipo”. Il dubbio resta anche per i molecolari, che spesso hanno confermato l'esito del rapido. “Stiamo verificando anche questo – conferma Vitale - ma non dovrebbe essere così, perché i molecolari intercettano sequenze genetiche del virus”.

Buone notizie arrivano dai test sierologici eseguiti sui sanitari dopo la prima dose del vaccino, per verificare se hanno sviluppato gli anticorpi che proteggono dal virus: “Quasi tutti i sanitari del Pronto soccorso vaccinati con la prima dose al Policlinico di Palermo – dice il professore – sono risultati positivi al sierologico eseguito dopo circa 15-20 giorni. Segno che hanno avuto una risposta immunitaria, anche se non particolarmente forte. Solo il rinforzo che si ha attraverso il richiamo a 21 giorni determina una concentrazione di anticorpi con una maggiore copertura e una maggiore durata”.

 

Fonte: Repubblica Palermo