Zanzare & co.: come prevenire le punture e riconoscere le infezioni più comuni
Con l’arrivo della stagione calda aumenta l’esposizione della popolazione a vettori biologici potenzialmente patogeni. Zanzare, pappataci, zecche e altri artropodi rappresentano un rischio sottovalutato in ambito urbano, rurale e sanitario. La prevenzione delle punture e la diagnosi precoce delle infezioni trasmesse da vettori (vector-borne diseases) rappresentano un punto cruciale per la tutela della salute pubblica, soprattutto in pazienti fragili.
Artropodi ematofagi e patologie trasmesse in Italia
Negli ultimi anni, i cambiamenti climatici, la globalizzazione e l’aumento degli spostamenti hanno favorito la diffusione di specie esotiche e il consolidarsi di ceppi autoctoni infettanti. In Italia, i vettori di maggiore interesse sanitario sono:
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Zanzara Culex pipiens: vettore principale del West Nile Virus (WNV), endemico in diverse regioni italiane.
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Zanzara Aedes albopictus (zanzara tigre): può trasmettere virus come Chikungunya, Dengue e, in teoria, Zika.
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Pappataci (Phlebotomus spp.): coinvolti nella trasmissione della Leishmaniosi viscerale e cutanea.
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Zecche (Ixodes ricinus e Dermacentor spp.): vettori di Borrelia burgdorferi (Malattia di Lyme), encefalite da zecche (TBE), e rickettsiosi.
Il rischio non è circoscritto solo alle zone boschive o rurali: diverse città italiane, specie nel Nord e Centro Italia, hanno registrato focolai autoctoni di arbovirosi negli ultimi dieci anni.
I dati
West Nile Virus
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Tra marzo e settembre 2024, l’Italia ha registrato 287 casi umani confermati di WNV, con 10 decessi.
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L’incidenza si concentra nelle regioni del Nord, in particolare Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia.
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La trasmissione avviene tra luglio e settembre, con picchi in coincidenza con ondate di caldo e aumento della densità vettoriale.
Dengue
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Il 2024 ha segnato un picco mai registrato prima in Italia, con oltre 214 casi autoctoni confermati in Marche, Emilia-Romagna, Lombardia, Abruzzo, Toscana e Veneto.
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A Fano, nelle Marche, si è sviluppato un importante focolaio urbano con 199 casi legati al sierotipo 2 del virus Dengue.
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Nel 2023 i casi autoctoni erano stati 82: l’incremento nel 2024 è stato del 160%.
Chikungunya
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Nessun focolaio autoctono in Italia nel 2024, ma permane alta la sorveglianza, soprattutto in estate, vista la diffusione stabile della zanzara tigre su tutto il territorio nazionale.
Leishmaniosi
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Circa 200 casi annui, con prevalenza nelle regioni meridionali e insulari. La forma viscerale colpisce in particolare pazienti immunocompromessi.
Malattia di Lyme
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Endemica in aree montane e prealpine. In Europa si stimano oltre 65.000 casi annui, con l’Italia tra i paesi con frequente sottodiagnosi.
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La stagione estiva favorisce la trasmissione a causa dell’aumento dell’attività all’aperto.
Strategie di prevenzione: dal singolo al sistema
Misure individuali
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Barriere fisiche: abbigliamento protettivo (maniche lunghe, colori chiari), zanzariere, reti impregnate.
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Repellenti topici: raccomandati da OMS e CDC quelli a base di:
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DEET (N,N-dietil-meta-toluamide) ≥20%
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Picaridina/Icaridina 10–20%
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IR3535 (etilbutilacetilaminopropionato) per uso pediatrico
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Comportamenti preventivi: evitare le aree umide, i ristagni d’acqua, e gli orari di massima attività vettoriale (alba e tramonto).
Controllo ambientale
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Bonifica di aree con acqua stagnante.
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Trattamenti larvicidi con prodotti a base di Bacillus thuringiensis israelensis.
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Campagne di disinfestazione integrate (metodo IPM – Integrated Pest Management) coordinate da enti locali.
3. Segni clinici da non sottovalutare
La diagnosi precoce è spesso ostacolata dalla non specificità dei sintomi iniziali. Tuttavia, in presenza di febbre estiva di origine sconosciuta, soprattutto in pazienti che riferiscono punture o esposizione recente, è importante considerare:
Infezione | Periodo d'incubazione | Segni e sintomi |
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West Nile Virus | 2–14 giorni | Febbre, cefalea, astenia, talvolta meningite o encefalite |
Dengue | 4–10 giorni | Febbre alta, mialgie, rash cutaneo, leucopenia |
Chikungunya | 3–7 giorni | Artralgie intense, febbre, eruzioni cutanee |
Malattia di Lyme | 3–30 giorni | Eritema migrante, febbre, dolori articolari, paralisi del facciale |
Leishmaniosi | settimane–mesi | Ulcere cutanee o sintomi sistemici (epatosplenomegalia, pancitopenia) |
La raccolta anamnestica deve includere: viaggi recenti, esposizione ambientale, convivenza con animali, uso di repellenti e vaccinazioni (es. TBE).
Ruolo dell’infermiere nella prevenzione e nella sorveglianza
L’infermiere riveste una funzione cruciale in:
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Educazione sanitaria: fornire informazioni aggiornate ai pazienti, specialmente anziani, immunodepressi, bambini e lavoratori esposti.
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Monitoraggio territoriale: rilevamento precoce di cluster sintomatologici sospetti, segnalazione ai servizi di igiene pubblica.
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Gestione delle punture e medicazioni: valutare le lesioni, differenziare reazioni allergiche locali da infezioni secondarie, e favorire un corretto triage.
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Adesione alle campagne di prevenzione: supporto a interventi informativi nelle scuole, RSA, ambulatori.
La prevenzione delle punture di insetti e la sorveglianza attiva delle infezioni trasmesse da vettori richiedono una visione integrata e multidisciplinare. Gli operatori sanitari, e gli infermieri in particolare, sono in prima linea nella promozione di buone pratiche, nella gestione precoce dei casi sospetti e nel contenimento del rischio biologico durante la stagione estiva.
Fonti e riferimenti scientifici
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Ministero della Salute – Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi (PNA)
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ECDC – European Centre for Disease Prevention and Control, Arboviral Disease Updates
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CDC – Centers for Disease Control and Prevention, Mosquito-borne Diseases
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OMS – World Health Organization, Vector-borne diseases fact sheet
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ISS – Istituto Superiore di Sanità, Portale delle Arbovirosi (https://www.epicentro.iss.it/arbovirosi/)
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The Lancet Infectious Diseases, Global emergence of arboviruses: trends, surveillance and control (2022)