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Miocardite e pericardite post vaccino. Facciamo chiarezza: insorgenza, durata per Pfizer e Moderna

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 06/12/2021

CoronavirusCoronavirusProfessione e lavoroStudi e analisi

La frequenza con cui si sviluppano la miocardite e la pericardite a seguito della vaccinazione Covid con Pfizer e Moderna, è di un caso su 10.000 persone.

E’ la conclusione alla quale è arrivato il comitato per la sicurezza dell'EMA ( PRAC ) grazie ad una revisione della letteratura, che  includeva due ampi studi epidemiologici europei. Uno studio è stato condotto utilizzando i dati del sistema sanitario nazionale francese (Epi-phare) e l'altro si è basato sui dati del registro nordico.

Nel complesso, l'esito della revisione conferma il rischio di miocardite e pericardite, che si riflette già nelle informazioni sul prodotto per questi due vaccini, e fornisce ulteriori dettagli su queste due condizioni.

Sulla base dei dati esaminati, il PRAC ha stabilito che il rischio per entrambe queste condizioni è complessivamente "molto raro", il che significa che può essere colpita fino a una persona su 10.000 vaccinata. Inoltre, i dati mostrano che l'aumento del rischio di miocardite dopo la vaccinazione è più alto nei maschi più giovani.

La miocardite e la pericardite possono svilupparsi entro pochi giorni dalla vaccinazione e si sono manifestate principalmente entro 14 giorni. Sono stati osservati più spesso dopo la seconda vaccinazione.

Gli studi francesi e nordici forniscono stime del numero di casi extra di miocardite nei maschi più giovani dopo la seconda dose, rispetto a persone non esposte della stessa età e sesso.

Per Pfizer, lo studio francese mostra che, in un periodo di sette giorni dopo la seconda dose, ci sono stati circa 0,26 casi extra di miocardite in maschi di età compresa tra 12 e 29 anni su 10.000 rispetto alle persone non esposte. Nello studio nordico, in un periodo di 28 giorni dopo la seconda dose, si sono verificati 0,57 casi extra di miocardite in maschi di età compresa tra 16 e 24 anni su 10.000 rispetto alle persone non esposte.

Nel caso di Moderna lo studio francese ha mostrato che in un periodo di sette giorni dopo la seconda dose si sono verificati circa 1,3 casi extra di miocardite in maschi di età compresa tra 12 e 29 anni su 10.000 rispetto alle persone non esposte. Lo studio nordico mostra che in un periodo di 28 giorni dopo la seconda dose di Spikevax ci sono stati circa 1,9 casi extra di miocardite in maschi di età compresa tra 16 e 24 anni su 10.000 rispetto alle persone non esposte.

Miocardite e pericardite, cosa sono e quali sono i sintomi

La miocardite è un’infiammazione del muscolo cardiaco, mentre la pericardite è un’infiammazione della membrana che avvolge il cuore. Entrambe le condizioni sono state segnalate “principalmente a seguito della vaccinazione con Comirnaty”, il vaccino di Pfizer-BioNTech.

L’infiammazione può avvenire in seguito a un agente infettivo che danneggia o distrugge le cellule muscolari del cuore. L’istituto Humanitas elenca i possibili sintomi della miocardite, che in alcuni casi si presenta in forma asintomatica mentre in altri può manifestarsi con sintomi simili a quelli dell’influenza. Si segnalano inoltre palpitazioni, dolori al petto, affaticamento e mancanza di respiro.

Miocardite e Covid

Dall’inizio della pandemia, nella letteratura scientifica sono stati segnalati casi di miocardite in pazienti affetti da COVID-19, inoltre la miocardite è stata riconosciuta come causa di morte in alcuni pazienti con COVID-19. Da un punto di vista fisiopatologico, si ritiene che la miocardite da COVID-19 possa in parte essere conseguenza di un danno diretto causato dal virus e, in parte, essere mediata dalla risposta immunitaria del paziente stesso.
Alcune osservazioni stimano la miocardite come causa del 7% delle morti, tuttavia è molto difficile valutare la frequenza della miocardite nel COVID-19. Anche nei pazienti con COVID-19 le manifestazioni cliniche della miocardite sono estremamente variabili e per altro di non facile distinzione rispetto ai consueti sintomi dell’infezione, della polmonite e dell’insufficienza respiratoria che caratterizzano buona parte dei pazienti ospedalizzati. Nei casi più gravi l’insorgenza di grave disfunzione ventricolare entro 2-3 settimane dall’inizio della malattia può indurre a sospettare un quadro di miocardite fulminante.