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Esiste un livello di anticorpi che ci protegga dall’infezione da Covid?

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 11/02/2022 vai ai commenti

Professione e lavoroStudi e analisi

 

Una recentissima lettera pubblicata in Journal of Infection confronta le concentrazioni di anticorpi leganti(binding) prima delle infezioni con le varianti di Delta o Omicron SARS-CoV-2. 

Nello studio sono stati misurati i livelli degli anticorpi in 1169 persone vaccinate, poco prima dell’infezione con la variante Omicron (1 novembre - 31 dicembre 2021).

Ciascun individuo infetto da Omicron, è stato confrontato per età, sesso e stato vaccinale (1, 2 o 3 dosi) con una persona infetta con la variante Delta identificata tra il 1 settembre e il 1 dicembre 2021, per la quale si conosceva il titolo anticorpale totale da 15 giorni a 2 mesi prima dell'infezione.

Dei 1169 individui 

  • 258 (22,1%) persone avevano ricevuto una dose
  • 859 (73,5%) due dosi
  • 52 (4,4%) tre dosi di vaccino mRNA.

 

Le analisi ELISA hanno indicato:

  • il 90% delle infezioni Omicron si è verificato in persone la cui concentrazione anticorpale totale era inferiore o uguale a 6967 BAU/ml (binding antibody unit)
  • al contrario, il 90% delle infezioni Delta ha coinvolto persone con concentrazioni di anticorpi inferiori a 2905 BAU/ml (Figura 1, p<0,01, test di classificazione firmato Wilcoxon).


Gli autori citano un precedente studio (non open access) che suggeriva che i titoli anticorpali anti-spike superiori a 141 BAU/ml (binding antibody units) fossero correlati alla presenza di anticorpi neutralizzanti (il marker di protezione più ampiamente accettato) contro il virus wild-type e la variante Alpha: nel caso delle varianti Delta e Omicron la neutralizzazione richiede titoli anticorpali più elevati

Viene concluso che le infezioni con la variante Omicron di SARS-CoV-2 possono verificarsi nonostante le elevate concentrazioni di anticorpi leganti, anche a concentrazioni 2,4 superiori rispetto alle infezioni con la variante Delta di SARS-CoV-2.

La relazione tecnica di ISS

L'ISS ha presentato al Ministero una relazione tecnica, predisposta sulla base delle evidenze scientifiche, in merito alla possibilità di esenzione dalla vaccinazione o l’estensione della durata della certificazione verde per COVID-19, per i soggetti in possesso di certificazione medica attestante l’effettuazione di un test sierologico che accerti la presenza di anticorpi neutralizzanti anti Sars-Cov-2 in quantità uguale o superiore ad un valore stabilito dal Ministero della Salute.

Riportiamo solo alcuni dei punti chiave della relazione.

Il correlato di protezione

Una risposta immunitaria in grado di determinare protezione, e statisticamente correlata ad essa, è definita “correlato di protezione” (correlate of protection – CoP). I correlati di protezione verso l’infezione da SARS-Cov-2 non sono stati ad oggi definiti in modo inequivocabile, sebbene si ritenga che gli anticorpi neutralizzanti rappresentino una delle componenti della risposta immunitaria protettiva nei confronti del virus.

I test sierologici

I test utilizzati per la rilevazione di anticorpi diretti contro SARS-CoV-2 vengono definiti test sierologici. Tali test possono rilevare l’esposizione al virus/vaccino ma non possono ad oggi essere utilizzati per confermare o meno un’infezione in attoné tantomeno un sicuro livello di protezione nei confronti dell’infezione. I test rappresentano uno strumento utile ai fini di ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale.

Corretto uso dei test sierologici e altre raccomandazioni

Il Ministero della Salute ha fornito indicazioni sull’utilizzo di test di screening e diagnostici (Circolare n. 16106 del maggio 2020).
In altre circolari, aventi come oggetto il tema delle vaccinazioni, ha ribadito che 
• “l’esecuzione di test sierologici, volti a individuare la risposta anticorpale nei confronti del virus, non è indicata ai fini del processo decisionale vaccinale” 
• “la presenza di un titolo anticorpale non può di per sé essere considerata, al momento, alternativa al completamento del ciclo vaccinale”

I CDC (Centers for Disease Control and Prevention) raccomandano [NdR. in una pagina web aggiornata periodicamente] di offrire la vaccinazione anti COVID-19 a tutti gli individui eleggibiliinclusi coloro che abbiano precedentemente contratto l’infezione e che abbiano sviluppato anticorpi anti SARS-Cov-2.

ECDC nel documento The use of antibody tests for SARS-CoV-2 in the context of Digital Green Certificates, riporta tra l’altro:

  • un test sierologico positivo può indicare una pregressa infezione, senza tuttavia fornire indicazioni su quando tale infezione sia stata contratta. La positività al test inoltre non può essere considerata come prova che una persona non sia in grado di trasmettere ulteriormente il virus o che sia protetta da una nuova infezione
  • anche se il riscontro di anticorpi suggerisce la presenza di una risposta immunitarianon è noto se tali livelli anticorpali siano in grado di fornire una protezione sufficiente e per quanto tempo possa essere duratura.


Anche i CDC di Atlanta hanno recentemente pubblicato una sintesi delle attuali evidenze scientifiche riguardanti l’immunità indotta da infezioni o da vaccinazione, giungendo alla conclusione che:

  • al momento non esiste un test anticorpale specifico o una soglia anticorpale in grado di determinare il rischio di un individuo d’infezione successiva
  • è quindi raccomandata la vaccinazione COVID-19 per tutte le persone eleggibili comprese quelle precedentemente infettate da SARS-Cov-2 indipendentemente dai risultati dei test sierologici.

Le conclusioni di ISS in merito a risposta immunitaria e test sierologici

Sebbene il rilevamento di anticorpi in un test sierologico possa fornire prove di un’infezione o vaccinazione pregressa:

  • non esiste ad oggi un livello di anticorpi misurato secondo standard internazionali che assicuri una protezione nei confronti dell’infezione da SARS-CoV-2 nelle sue varianti e quanto essa duri
  • al momento attuale, non è definibile un livello di anticorpi neutralizzanti che sia in grado di indicare se una persona debba o meno essere vaccinata/possa avere accesso o meno alla certificazione verde COVID-19.

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