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MGF: ogni anno 3 milioni di donne a rischio ed età sempre più in calo.

Gemma Maria Riboldidi
Gemma Maria Riboldi
Pubblicato il: 27/04/2024 vai ai commenti

AttualitàNursingSexo&Salute

INFIBULAZIONE…. Abbiamo sentito spesso questo nome, sulle riviste, nei discorsi dei mass media, sulla bocca di qualche collega in corsia ed infermieristicaMente aveva già affrontato questo argomento nella rubrica sex & salute( mgf prima-parte , mgf seconda parte ).

Sappiamo che il termine esatto è “mutilazioni genitali femminili” (MGF) e indica una serie di interventi fisici a livello genitale esterno eseguiti senza finalità medica, con un preciso scopo rituale.

Ritorniamo sull’argomento per rivedere i dati aggiornati e cosa siamo tenuti a fare nel momento in cui riscontrassimo su una donna o una bambina segni di mutilazione.

È stimato che nel mondo circa 200.000 donne siano sottoposte a mutilazioni genitali femminili (MGF), e ogni anno ben 3 milioni sono a rischio di subirle (Amref, progetto P-ACT, 2021). Nonostante siano vietate in tutta l’Africa, queste pratiche sono ancora diffuse non solo in quel continente, ma anche in Asia ed Europa.

Il fenomeno delle MGF coinvolge principalmente ragazze tra i 4 e i 15 anni, ma l'età media delle vittime sta abbassandosi (Ministero della Salute, 2023), coinvolgendo anche bambine di pochi giorni. Questo è fatto appositamente per limitare la loro consapevolezza e impedire che si emancipino da tali pratiche attraverso l'informazione e il confronto tra pari. Le MGF vengono spesso eseguite senza considerare il dolore o il rischio di infezioni e altre complicazioni, ma sempre più spesso vengono eseguite in contesti sanitari, una tendenza che di fatto legittima e normalizza queste mutilazioni, anche tra donne altamente istruite.

In Italia, la Legge 7/2006 (Disposizioni concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile, c.d. Legge Consolo) proibisce tutte le forme di MGF e punisce chiunque, senza motivazioni terapeutiche, le esegua con la sospensione dall’esercizio della professione o la radiazione dall’albo professionale. Le MGF sono considerate illecite anche se commesse all’estero da cittadini italiani o residenti in Italia, con penali fino a 12 anni di reclusione, con un aumento di 1/3 se la vittima è una minore o se l'atto è commesso a fini di lucro. Anche chi provoca lesioni agli organi genitali femminili per danneggiare le funzioni sessuali è punito con la reclusione da 3 a 7 anni.

Le MGF possono causare una serie di complicazioni a lungo termine, tra cui incontinenza urinaria, infertilità, complicazioni ostetriche e persino la morte materna e neonatale. Anche il processo di deinfibulazione può riattivare il trauma della violenza subita e del percorso migratorio. I mediatori culturali giocano un ruolo importante nel supporto alle vittime di MGF e durante le procedure di deinfibulazione.

La lotta contro le MGF coinvolge tutto il personale sanitario. La presenza sul nostro territorio di numerose comunità straniere deve portare tutto il personale sanitario che entra in contatto con questi nuovi nuclei, soprattutto in ambito pediatrico, a adoperarsi al fine di prevenire tale pratica. In particolare, in ambito pediatrico, bisogna lavorare al fine che i minori di varia età subiscano queste pratiche, spesso perpetrate in occasione di viaggi nei Paesi d’origine, intercettando per tempo situazioni di rischio.

I sanitari hanno inoltre l'obbligo di segnalare tali casi alle autorità competenti. Per riconoscere ed affrontare precocemente le vittime di queste pratiche è importante una buona formazione ed è bene sapere che esistono guida ministeriali per realizzare pratiche di prevenzione, assistenza e riabilitazione delle donne e delle bambine già sottoposte a pratiche di MGF (linee guida ).

Le MGF sono considerate una forma di violenza di genere e violazione dei diritti umani, e il nostro sistema legale protegge le vittime e punisce i responsabili.

Esistono numerosi progetti a livello mondiale nati per contrastare queste pratiche, tra cui Y-Act di Amref e le Alternative Rite of Passage che coinvolge ragazzi e ragazze che vivono in Italia e appartenenti a diverse comunità in cui la pratica delle MGF è radicata. I ragazzi vengono coinvolti in percorsi di empowerment giovanile e di dialogo intergenerazionale, con l’obiettivo di informare, sostenere donne e bambine in difficoltà, promuovendo cambiamenti di atteggiamento nei confronti della violenza di genere e delle MGF. Parallelamente, sempre AMREF sta sperimentando in Africa la pratica delle Community Led-Alternative Rite of Passage, cerimonie alternative alle MGF che prevedono, con il pieno coinvolgimento di genitori e dell’intera comunità, dei rituali in cui la violenza degradante delle MGF è sostituita da spazi di educazione ai diritti alla salute sessuale e riproduttiva e alla promozione della educazione per bambine e ragazze

Anche i pediatri svolgono un ruolo cruciale nel prevenire le MGF, identificando situazioni di rischio e intervenendo per proteggere i minori.