Iscriviti alla newsletter

Il Reverse Barbeau Test per valutare occlusione arteria. Come si esegue e quanto è affidabile

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 16/02/2022 vai ai commenti

NursingProfessione e lavoro

Attualmente, il cateterismo coronarico e gli interventi vengono eseguiti più spesso utilizzando l'approccio dell'arteria radiale rispetto all'approccio dell'arteria femorale precedentemente più popolare a causa della minore incidenza di complicanze sia locali che sistemiche.

Naturalmente l’uso della radiale non è scevro di complicanze, la più frequente è l'occlusione dell'arteria radiale (RAO),6-8 che si stima si verifichi nell'1-10% dei casi.9-10 La RAO si verifica nel 31% dei pazienti entro 2 giorni e nel 28% tardivamente dopo la procedura; nella maggior parte dei casi si verifica subito dopo la procedura e fino al 50% dei pazienti ha una ricanalizzazione spontanea dell'arteria entro 1-3 mesi.

Sebbene sia stato pubblicato un gran numero di studi sull'approccio radiale, molte domande rimangono senza risposta. Una di queste è il metodo di scelta per la valutazione dell'occlusione dell'arteria radiale (RAO). La palpazione dell'arteria radiale, che è comunemente usata, non è un metodo affidabile: un polso palpabile non esclude la presenza di RAO per la coesistenza di un apporto ematico collaterale. Negli studi clinici, la pervietà o l'occlusione dell'arteria radiale è stata principalmente determinata utilizzando il test di Barbeau inverso (RBT) o l'ecografia duplex.

L'esame ecografico con ultrasuoni (US) è  sicuramente il gold standard, ma occorrono attrezzature speciali e competenze tecniche, quindi non è usato di routine nella pratica. Il Reverse Barbeau Test (IBT), è invece un metodo semplice, pratico ed affidabile.

Reverse Barbeau Test

Per eseguire l'IBT veniva posizionato il sensore pulsometrico del saturimetro sul pollice (mano lato procedura) e si valutava la forma d'onda ossimetrica di base. Si comprimeva poi l'arteria ulnare per circa 2 minuti. Dopo questo tempo, sul monitor appariva un'onda di ampiezza variabile (A, B, C) indicante la presenza di un flusso radiale anterogrado (test positivo), oppure una linea piatta (D) indicante l'assenza di flusso (test negativo).

 

In uno studio pubblicato sulla rivista Assistenza infermieristica e ricerca, i ricercatori del Centro Cardiologico Monzino, IRCCS, Milano, hanno valutato l’affidabilità del Reverse Barbeau Test, nel determinare l’incidenza della RAO, rispetto all’ecografia.

Tra novembre 2017 e febbraio 2018, sono stati inclusi 50 pazienti sottoposti ad angiografia con accesso radiale. Il flusso radiale è stato valutato utilizzando sia l'ecografia che l'IBT, in tre tempi: prima della procedura (T0), a 24 ore (T1) e a 30 giorni (T2).

L'incidenza di RAO ottenuta con ecografia è stata di nessun caso a T0, 3 (6%) a T1 e 1 (2.4%) a T2. L'IBT invece, ne ha identificati rispettivamente 14 (28%), 33 (66%) e 10 (23.8%). Alcuni casi risultati pervi con l'ecografia, 14 (28%), 30 (60%) e 9 (21.4%) rispettivamente, sono invece risultati occlusi con IBT.

Nei soggetti dello studio l'incidenza di RAO a un mese dalla procedura per via transradiale è inferiore a quella riportata in letteratura. L'IBT identifica correttamente la presenza di flusso radiale ma sovrastima l'occlusione dell'arteria, quindi è necessario l'esame ecografico per confermare la pervietà del flusso radiale. Data la diversa complessità dei metodi, se altri studi confermassero questi dati, si potrebbe considerare di riservare l'US come test di secondo livello ai soggetti con IBT negativo.