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Fronteire del Wellness: il BioHacking. Hackerare la propria biologia per vivere meglio

Giuseppe Romeodi
Giuseppe Romeo
Pubblicato il: 24/01/2023 vai ai commenti

Professione e lavoroStudi e analisi

Il biohacking, una tendenza wellness molto particolare che si basa sulla "gestione" (controllo, modifica) dell'ambiente e di sé stessi, con l'obbiettivo di migliorare la longevità o le prestazioni fisiche e mentali.

Nato nella Silicon Valley, il biohacking è in rapida espansione anche al di fuori degli USA.
 
 
BioHacking: cos'è?

Biohacking è un termine di recente coniatura utilizzato per indicare una sorta di "riprogrammazione" che riguarda tanto la mente quanto il corpo dell'essere umano.

Etimologicamente parlando, si tratta di un sostantivo nato dall'unione delle parole "biology" e "hacker" - il che lascia intendere un tentativo di "hackeraggio" del proprio patrimonio biologico/genetico.

 

Per alcuni, il biohacking rappresenta "l'arte e la scienza di gestire/modificare l'ambiente intorno e dentro di sé, in modo da esercitare il controllo sulla propria biologia, ottimizzandola ed aggiornandola".

 

Potremmo indentificare il biohacking anche come "l'anello di giunzione" tra l'approccio olistico, l'edonismo tecnologico (la ricerca di piacere attraverso la tecnologizzazione) e il transumanesimo (un movimento che sostiene che gli esseri umani possono e devono usare la tecnologia per aumentare ed evolvere la nostra specie).

 

Esempi di BioHacking

Alcuni esempi di biohacking sono: il digiuno intermittente (metodologia dietetica), la meditazione Vipassana, il tentativo di modifica genetica CRISPR, il Dopamine Fasting, l'integrazione alimentare (nootropi, antiaging ecc.), il doping, il trapianto di cellule staminali, l'emotrasfusione, l'uso di luci artificiali come l'infrarosso, i bagni ghiacciati, l'uso di dispositivi che monitorano le funzioni vitali, neurofeedback, vasche di galleggianto virtuale ecc.

Un sottoinsieme di biohacking, chiamato grinder, arriva al punto di impiantare nel corpo dispositivi come i chip dei computer. Gli impianti consentono loro di fare qualsiasi cosa, dall'apertura delle porte senza telecomando al monitoraggio dei livelli di glucosio per via sottocutanea - per dire il vero, questi hanno un'utilità specifica nel miglioramento della qualità di vita delle persone diversamente abili.

 

Il Biohacking è supportato da basi scientifiche?

Alcuni biohack sono supportati da solide prove scientifiche, sottoposti a debug nel corso di secoli di sperimentazione, ed è probabile che siano utili.

Ad esempio, studi clinici hanno dimostrato che la meditazione di consapevolezza può aiutare a ridurre l'ansia e il dolore cronico.

Ma altri hack, basati su prove deboli o incomplete, potrebbero essere inefficaci o effettivamente dannosi.

Un altro biohacking che, ad oggi, rientra sicuramente nella categoria da "non provare a casa" è il trapianto fecale o trasferimento di feci da un donatore sano nel tratto gastrointestinale di un ricevente malsano.

È vero che, ad oggi (2023), i trapianti fecali vengono presi fortemente in considerazione per la cura di disturbi come la disbiosi intestinale; ma si tratta di procedure ancora sperimentali e non approvate da alcune istituzioni governative.

Negli USA due persone hanno contratto gravissime infezioni da trapianto fecale che conteneva batteri resistenti ai farmaci. Una è morta.

Questo è avvenuto nel contesto di una sperimentazione clinica: presumibilmente, un tentativo fai-da-te potrebbe essere ancora più rischioso.

 

Dovremmo preoccuparci del biohacking?

Parlando di trasfusioni sanguigne e modifiche del DNA, è facile rabbrividire.

Tuttavia, l'essere umano ha tentato di cambiare sé stesso dal momento in cui ha acquisito coscienza e consapevolezza dell'essere.

L'invenzione dell'agricoltura, ad esempio, ci ha aiutato a trasformarci da cacciatori-raccoglitori nomadi in civiltà sedentarie.

Gran parte del disagio collettivo nei confronti del biohacking si riduce alla semplice neofobia: la paura del nuovo.

 

 

Fonte: mypersonaltrainer