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La poliomielite torna a spaventare l’Occidente. Dieci cose che devi sapere sul virus

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 16/02/2023 vai ai commenti

AttualitàCronache sanitarie

Se è vero che in Paesi come Afghanistan e Pakistan il virus di tipo 1 è ancora in circolazione, ad allarmare la comunità scientifica ed a fare temere il peggio è la capacità che il virus dalla Polio, ha sviluppato, di raggiungere i Paesi ad alto reddito; un fenomeno osservato a Gerusalemme, Londra, New York, Montreal.

Vediamo le 10 cose da sapere sul virus della Poliomielite

 

1)Che cosa è la poliomielite?

La poliomielite è una malattia infettiva che colpisce il sistema nervoso centrale e in particolare i neuroni motori del midollo spinale.

 

2)Qual è il virus responsabile della Poliomielite

La poliomielite è causata dall'infezione con un virus appartenente al genere degli enterovirus, noto come poliovirus (PV). Questi virus a RNA colonizzano il tratto gastrointestinale, specificamente l'orofaringe e l'intestino.

Il periodo di incubazione, ovverosia il tempo tra la prima esposizione e i primi sintomi, varia da tre a 35 giorni, con un arco più comune che va dai sei ai venti giorni.

Il poliovirus infetta e provoca la malattia soltanto negli esseri umani.

 

3)Come si trasmette

La poliomielite è altamente contagiosa per via oro-orale (fonte orofaringea) e fecale-orale (di origine intestinale). Nelle aree endemiche, il poliovirus può infettare praticamente l'intera popolazione umana. Il virus si presenta per lo più stagionalmente nelle fasce climatiche temperate, con il picco di trasmissione che si verifica in estate e in autunno. Queste differenze stagionali sono molto meno pronunciate nelle aree tropicali.

La malattia si trasmette principalmente per via fecale-orale, con l'ingestione di cibo contaminato o acqua. Talvolta viene trasmessa via oro-orale, una modalità di trasmissione più comune nelle zone in cui vi è una buona igiene. La poliomielite è maggiormente infettiva tra i sette e i dieci giorni prima e dopo la comparsa dei sintomi, ma la trasmissione è possibile finché il virus rimane nella saliva o nelle feci.

I fattori che aumentano il rischio di infezione da polio o influenzano la gravità della malattia comprendono: deficienza immunitaria, malnutrizione, tonsillectomia, attività fisica subito dopo l'inizio della paralisi, lesioni muscolo-scheletriche a causa di iniezione di vaccini e la gravidanza. Anche se il virus può attraversare la placenta, il feto non sembra essere influenzato da una infezione materna o dalla vaccinazione contro la polio. Anche gli eventuali anticorpi materni possono attraversare la placenta, fornendo l'immunità passiva che protegge il neonato dalle infezioni da polio durante i primi mesi di vita.

 

4)Come si manifesta

La poliomielite può manifestarsi in 4 forme:

  • asintomatica;
  • aspecifica;
  • meningite non paralitica asettica;

Nella maggior parte dei casi, la patologia si presenta in modo asintomatico o con sintomi generici associabili anche ad un attacco influenzale. In questi casi, i sintomi della poliomielite possono includere:

  • rialzo della temperatura;
  • affaticamento e dolore agli arti;
  • cefalea;
  • vomito;
  • mal di gola;
  • disturbi intestinali;
  • indolenzimento del collo.

In questa forma, la poliomielite si risolve completamente, lasciando all’individuo un’immunità stabile dal virus.

 

Quando il virus raggiunge il sistema nervoso centrale e colpisce i neuroni motori, invece, i sintomi della poliomielite diventano più specifici e debilitanti, portando ad uno stato di debolezza muscolare che può aggravarsi fino alla paralisi: una condizione che riguarda solo l’1% dei casi di malati di polio. Nei casi più critici, quando la paralisi interessa l’apparato respiratorio, si può arrivare anche alla morte.

 

5)Chi è a rischio

Il virus della poliomielite può colpire chiunque, a prescindere dall’età. I bambini nei primi 5 anni di vita e le persone con un deficit del sistema immunitario sono tra i soggetti più a rischio. È stato riscontrato, anche, come il contagio da poliomielite sia maggiore tra gli individui privi di vaccinazione specifica e tra coloro che vivono in assenza di adeguate condizioni igieniche.

Secondo l’Organizzazione Mondiale delle Sanità esistono, inoltre, dei fattori di rischio in grado di favorire l’insorgenza di complicazioni gravi legate alla poliomielite.

Tra questi:

  • essere sottoposti a iniezioni intramuscolari;
  • praticare esercizio fisico in modo troppo vigoroso;
  • essere in stato di gravidanza;
  • aver subito la rimozione delle tonsille;
  • avere ferite o lesioni nel corpo.

 

6)Diagnosi della poliomielite

La diagnosi della poliomielite è piuttosto difficoltosa, soprattutto quando la patologia si presenta in modo asintomatico o quando i disturbi del paziente sono generici. I sintomi che maggiormente aiutano ad identificare la presenza del virus della poliomielite sono:

  • rigidità alla nuca e alla schiena;
  • difficoltà a muovere il collo e a sollevare le gambe;
  • anomalie nei riflessi.

Per verificare con certezza l’infezione, però, è necessario effettuare un prelievo di campione biologico, generalmente delle feci, e ricercare la presenza del virus

 

7) In cosa consiste la terapia?

Non esistono farmaci in grado di curare questa malattia; vi sono al momento disponibili esclusivamente trattamenti sintomatici che possono solo in parte minimizzare gli effetti della malattia. L’unica possibilità è rappresentata dalla prevenzione attraverso vaccinazione

 

8) In cosa consiste la prevenzione?

Esistono due tipi di vaccini diversi: quello “inattivato” di Salk, da somministrare con iniezione intramuscolo, e quello “vivo attenuato” di Sabin, da somministrare per via orale.

Il vaccino di Sabin ha permesso di eradicare la poliomielite in Europa ed è raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità nella sua campagna di eradicazione della malattia a livello mondiale.

L’obiettivo dell’Oms è infatti quello di eliminare completamente la presenza della malattia, seguendo il successo ottenuto con il vaiolo nel 1980. In Italia, per decisione della Conferenza Stato Regioni nel 2002, dopo l’eradicazione completa in Europa, l’unica forma di vaccino somministrato è quello inattivato.

 

9) Esiste ancora la poliomielite?

La Global Polio Eradication Initiative ha contribuito a ridurre di oltre il 99% l’incidenza globale della poliomielite. I casi di morte per poliovirus selvaggio, sono diminuiti da 350mila nel 1988 a 12 nel 2017, grazie alle vaccinazioni, secondo i dati forniti dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

In alcuni paesi quali Nigeria, Afghanistan e Pakistan la poliomielite è ancora endemica. È importante mantenere i tassi di copertura vaccinale alti onde evitare il “ritorno” della poliomielite.

 

10)Epidemiologia

La prima descrizione della malattia risale alla fine del 1700, ad opera del medico britannico Michael Underwood. La poliomielite si è poi diffusa in tutto il mondo con devastanti epidemie. In particolare, negli Stati Uniti nel 1952 furono notificati oltre ventunomila casi e in Italia, nel 1958, oltre dieci mila casi, di cui 8377 paralizzati