Uomo accoltella medici ed infermieri. NurSind chiede maggiore sicurezza e dotazioni per il personale
Qualche giorno fa, l’ospedale di Cittadella è stato teatro di un episodio di violenza che ha scosso l’intera comunità e messo in luce, ancora una volta, i rischi a cui è esposto il personale sanitario nei Pronto Soccorso. Un uomo di 35 anni, in evidente stato di alterazione psichica, è stato arrestato dopo aver fatto irruzione nel reparto di Pronto Soccorso armato di coltello, causando il ferimento di un medico, un infermiere e due carabinieri.
Prima dell’aggressione, alcuni cittadini avevano notato l’uomo aggirarsi per il centro città con in mano una lama di 30 centimetri, destando preoccupazione. Dopo le segnalazioni, le forze dell’ordine si sono messe sulle sue tracce, ma l’uomo è riuscito a raggiungere l’ospedale. Qui ha iniziato a creare scompiglio al Servizio di Salute Mentale, danneggiando attrezzature e spostandosi poi al Pronto Soccorso, dove ha aggredito lo staff medico e i militari intervenuti per fermarlo. La situazione si è risolta solo grazie all’uso del taser da parte dei carabinieri, che sono riusciti a immobilizzare l’aggressore e a neutralizzare la minaccia.
La Richiesta di Sicurezza di NurSind Padova
L’episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza all’interno delle strutture ospedaliere, in particolare nei Pronto Soccorso, dove il personale sanitario si trova a gestire situazioni di emergenza spesso senza adeguate misure di protezione. A prendere posizione è Luca Grande, segretario territoriale del sindacato degli infermieri NurSind di Padova, che chiede maggiore sicurezza per gli operatori in prima linea: “Non è accettabile che in luoghi di cura, che dovrebbero essere protetti e sicuri, i medici e gli infermieri debbano operare in un clima di paura e insicurezza. Chiediamo che almeno una guardia giurata sia presente in servizio tutti i giorni, e non più solo a giorni alterni, come avviene ora”.
Grande, infermiere e rappresentante sindacale, che proprio ha vissuto in prima persona l’accaduto, propone anche l’introduzione di misure per permettere al personale sanitario di difendersi in situazioni di emergenza. “Non vogliamo arrivare a militarizzare gli ospedali, anche se in ultimo, anche questa potrebbe essere un rimedio, ma garantire sicurezza a chi si dedica alla cura degli altri. Proponiamo che a infermieri e medici sia data la possibilità di difendersi, magari con l’ausilio di uno spray al peperoncino e, perché no, anche con un taser in dotazione, dopo aver seguito un corso di formazione specifico”.
“Ringrazio l'operatore del 118 che, con grande sangue freddo e prontezza, è corso in aiuto del carabiniere ferito al volto e al collo,” aggiunge il sindacalista, "il suo intervento è stato decisivo per scongiurare una tragedia ancora più grave. Una nota di merito va al medico, che con sprezzo del pericolo, si è frapposto tra l’aggressore e i pazienti, cercando di difendere questi ultimi dalla violenza inaudita dell’uomo”.
L’aggressione di oggi al Pronto Soccorso di Cittadella è l’ultimo di una serie di episodi che segnalano la necessità di un intervento deciso da parte delle autorità. NurSind, dal canto suo, ribadisce l’urgenza di garantire una sicurezza adeguata agli operatori sanitari. “Non si può più ignorare la realtà che viviamo ogni giorno – conclude Luca Grande –. Siamo qui per salvare vite, ma abbiamo anche il diritto di essere protetti mentre svolgiamo il nostro lavoro”.
Questa richiesta di sicurezza trova eco nelle dichiarazioni dei colleghi di Grande e degli altri professionisti sanitari che, con spirito di sacrificio, continuano a garantire assistenza e soccorso anche in situazioni di grave rischio personale.