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NurSind Bari. Uso spray al peperoncino per gli infermieri: legittimità e implicazioni operative

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La Redazione
Pubblicato il: 26/11/2024 vai ai commenti

NurSind dal territorioPuglia

 

Negli ultimi anni, la sicurezza del personale sanitario e socio-sanitario è divenuta una questione sempre più urgente. In particolare, il fenomeno delle aggressioni ai danni degli operatori in contesti ospedalieri è cresciuto in maniera allarmante, portando alla necessità di misure straordinarie.

La richiesta avanzata dal Segretario Territoriale del NurSind di Bari, Nicola Azzizzi, l’11 novembre 2024, ha posto un quesito fondamentale: è legittimo dotare il personale infermieristico di spray al peperoncino come strumento di autodifesa in contesti ad alto rischio? La risposta non è solo un problema normativo, ma anche una riflessione sull’equilibrio tra sicurezza, etica e responsabilità lavorativa. Il parere legale lo ha fornito al NurSind di Bari, l'avvocato Francesco Lo Puzzo

Un panorama preoccupante

Secondo il primo rapporto ufficiale dell’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-Sanitarie (ONSEPS), nel 2023 si sono verificati oltre 16.000 episodi di aggressione contro circa 18.000 operatori sanitari. Pronto soccorso e reparti di degenza risultano i luoghi più colpiti, con gli aggressori identificati principalmente in pazienti e loro parenti.

Questo scenario è ulteriormente aggravato da una crescita del 38% degli episodi di violenza negli ultimi cinque anni, come segnalato dall’indagine AMSI-UMEM pubblicata da Il Sole 24 Ore. Tuttavia, i dati ufficiali sottostimano il fenomeno, poiché non includono episodi avvenuti in Sicilia e in alcune strutture private accreditate.

La normativa sugli spray al peperoncino

In Italia, l’utilizzo dello spray al peperoncino è regolamentato dal Decreto Ministeriale 103/2011, che ha liberalizzato la vendita e l’uso per autodifesa, purché siano rispettate precise caratteristiche:

  • Capacità massima della bomboletta di 20 ml.
  • Percentuale di oleoresin capsicum non superiore al 10%, con una concentrazione massima di capsaicinoidi del 2,5%.
  • Assenza di sostanze tossiche, corrosive o infiammabili.
  • Gittata massima di tre metri.

L’uso dello spray è legale solo in situazioni di pericolo imminente e deve rispettare il principio di proporzionalità sancito dalla legittima difesa. Qualsiasi utilizzo al di fuori di tali limiti espone l’utente a conseguenze penali.

Gli spray come dotazione aziendale

L’analisi normativa suggerisce che gli spray al peperoncino potrebbero essere forniti dalle aziende sanitarie ai lavoratori maggiormente esposti a rischi di aggressione, come il personale dei pronto soccorso. Tuttavia, per procedere, le aziende dovrebbero:

  1. Aggiornare il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR): ai sensi del Decreto Legislativo 81/2008, il rischio di aggressione deve essere esplicitamente considerato e affrontato.
  2. Formare il personale: l’uso corretto degli spray, insieme alla conoscenza dei limiti normativi, deve essere parte integrante della formazione.
  3. Definire le procedure operative: ad esempio, decidere se gli spray debbano essere restituiti a fine turno e custoditi in azienda o se possano essere portati a casa dal lavoratore.

Un aspetto critico è distinguere lo spray al peperoncino dagli strumenti di protezione individuale (DPI), secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo 81/2008. La normativa, infatti, esclude esplicitamente materiali come questi dalla categoria dei DPI, lasciando il loro utilizzo nel campo dell’autodifesa personale.

La dotazione di spray al peperoncino per il personale sanitario è una soluzione legalmente percorribile e potenzialmente efficace, purché inserita in un quadro normativo chiaro e supportata da adeguata formazione. Tuttavia, questa misura deve essere vista come un tassello di una strategia più ampia, che includa interventi strutturali, come il miglioramento della sicurezza nei presidi ospedalieri e l’educazione degli utenti.

Come sottolinea il Segretario Azzizzi, è tempo di risposte concrete. Di fronte a un fenomeno in aumento, le istituzioni, i datori di lavoro e le organizzazioni sindacali hanno il dovere di collaborare per garantire un ambiente di lavoro sicuro e dignitoso per chi si prende cura della nostra salute.