NurSind Verona denuncia, pronti alla mobilitazione dopo l’ennesima aggressione al Pronto Soccorso
Verona – Ennesima notte di paura al Pronto Soccorso di Borgo Trento, dove un uomo di 33 anni, di origini serbe, ha seminato il panico aggredendo operatori sanitari e distruggendo attrezzature ospedaliere. Il giudice del tribunale di Verona ha convalidato questa mattina (3 febbraio) l’arresto dell’aggressore, disponendo la misura cautelare della custodia in carcere. L’uomo, con precedenti per reati contro il patrimonio e la persona, è attualmente detenuto nel carcere di Montorio.
Le accuse a suo carico sono gravi: minaccia aggravata, lesioni personali aggravate e danneggiamento. I danni stimati superano i 20.000 euro.
Un risveglio violento che scatena il caos
L’incidente si è verificato nella notte tra il 2 e il 3 febbraio. Il 33enne era stato trasportato in ambulanza al Pronto Soccorso in stato di incoscienza. Al suo risveglio, in preda a un violento stato di agitazione, ha prima molestato altri pazienti presenti nella stanza, poi si è scagliato contro il personale sanitario.
Nel corso della sua furia ha strappato computer dalle prese elettriche e li ha scagliati contro una vetrata, mandandola in frantumi. La situazione è precipitata rapidamente, tanto da rendere necessario l’intervento immediato della Polizia. Cinque Volanti sono giunte sul posto in pochi minuti. All’arrivo delle forze dell’ordine, l’uomo si è rimesso a letto nel tentativo di eludere l’arresto, ma è stato fermato e portato in Questura, dove ha atteso il rito direttissimo.
La reazione dell’azienda ospedaliera: «Nulla sembra mai abbastanza»
L’episodio ha sollevato l’indignazione della direzione dell’azienda ospedaliera di Verona. Callisto Bravi, direttore generale, ha espresso la sua solidarietà agli operatori sanitari coinvolti nell’aggressione:
«Prima di qualsiasi altra valutazione, il tema più importante è la solidarietà ai nostri operatori sanitari, che si trovano spesso in situazioni di disagio e rischio. Il mio sostegno va in particolare a infermieri e Oss, che sono il primo contatto con i pazienti e i più esposti a episodi di violenza. Incontrerò i dipendenti del Pronto Soccorso per esprimere loro la mia vicinanza.»
Bravi ha poi evidenziato le misure già in atto per garantire la sicurezza del personale, tra cui la videosorveglianza, corsi di formazione, vigilanza privata notturna e assistenza aziendale post-evento. Tuttavia, ha ammesso che nessuna precauzione sembra mai sufficiente per prevenire del tutto simili episodi di violenza.
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NurSind Verona: «Pronti alla mobilitazione»
La dura presa di posizione arriva anche da parte del NurSind Verona, il sindacato delle professioni infermieristiche. Il segretario territoriale, Simone Munaretto, ha dichiarato:
«Siamo di fronte all’ennesima aggressione ai danni di chi ogni giorno lavora in prima linea per garantire la salute dei cittadini. Questo episodio non può e non deve passare sotto silenzio. Siamo pronti a mobilitare il personale del Pronto Soccorso se necessario, e chiederemo un incontro urgente all’amministrazione per discutere di misure più efficaci per la sicurezza degli operatori.»
L’episodio riaccende il dibattito sulla necessità di tutelare maggiormente il personale sanitario, troppo spesso vittima di aggressioni e violenze. L’auspicio è che misure più incisive vengano messe in campo per garantire un ambiente di lavoro sicuro e adeguato per chi ogni giorno presta servizio nei Pronto Soccorso.