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Costa scuote il Congresso FNOPI: Assistenti infermieristici? Solo con formazione vera e regia forte

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 22/03/2025

AttualitàCronache sanitarie

 

Roma, 22 marzo 2025 – Nella seconda giornata del terzo Congresso nazionale della FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche), il dibattito si è acceso su un tema tanto attuale quanto controverso: la figura dell’assistente infermieristico. A intervenire con un’analisi puntuale è stato il Dott. Claudio Costa, coordinatore dell’Area Risorse umane, formazione e fabbisogni formativi della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni.

Costa ha esordito ponendo l’accento su un punto chiave: la centralità della formazione. “Il rigore della formazione è fondamentale – ha detto – ma non basta. Serve una struttura solida, regolata, con docenti qualificati, tutor e coordinatori. E soprattutto, la formazione deve avvenire dentro il Servizio Sanitario, non fuori da esso.”

Un messaggio chiaro, rivolto a sottolineare che il futuro assistente infermieristico non potrà essere una figura improvvisata o inserita a cuor leggero. Si tratterà di un profilo rinnovato e potenziato, che potrà operare non solo nelle aziende sanitarie, ma più in generale nelle strutture del Servizio Sanitario Nazionale, rispondendo a una richiesta precisa delle Regioni. Una prospettiva già inserita nell’atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale.

Ma l’introduzione di questa figura – ha ammonito Costa – non sarà priva di ostacoli. Il primo riguarda la forte eterogeneità tra le Regioni, specialmente nei modelli organizzativi. “Il rapporto infermieri-OSS varia notevolmente: da 2:1 a 8:1. A parità di norme, le differenze restano marcate. Questo ci dice che i modelli organizzativi sono flessibili, ma che serve una regia attenta per inserire nuove figure.”

Il secondo nodo riguarda la capacità, o meno, del sistema di gestire la complessità. Costa ha portato l’esempio della salute mentale, dove l’équipe multiprofessionale è già una realtà: infermieri, tecnici della riabilitazione, educatori, assistenti sociali, OSS. In questo contesto, l’integrazione funziona. Perché non dovrebbe funzionare altrove?

La chiave, secondo Costa, sta tutta nei modelli organizzativi, ma anche nel ruolo attivo di chi li gestisce: “Coordinatori e dirigenti infermieristici devono evolvere. Devono accettare la sfida e coglierla come un’opportunità per liberare tempo e risorse agli infermieri, che così potranno concentrarsi su compiti più qualificanti.”

Non solo gestione. Costa ha toccato anche un altro tema, emerso nel dibattito con toni accesi: la possibile integrazione tra formazione OSS e formazione universitaria. Una questione spinosa, ma che per Costa merita attenzione. “Dobbiamo creare percorsi di crescita per chi vuole proseguire a livello accademico, ma anche garantire opportunità a chi, pur motivato, non ha strumenti culturali per farlo. Non possiamo ignorare questa realtà.”

Il suo intervento si è chiuso con una riflessione aperta: “È una questione da esplorare, complessa ma ricca di potenzialità. Su questo si dovrà riflettere e lavorare insieme.”

Un messaggio chiaro a istituzioni, professionisti e stakeholder: il cambiamento non è solo possibile, è necessario. Ma va governato, non subito.