Contratto affossato da Cgil, Uil e Nursing Up: tutta la verità a L’Aria che Tira su La7- il video
Nonostante la retorica degli “angeli in corsia” durante la pandemia, la realtà del personale infermieristico italiano nel 2025 è fatta di turni massacranti, stipendi fermi e riconoscimenti mancati. A L’Aria che Tira, la giornalista Simona Ravizza ha sollevato il velo sull’ennesima battuta d’arresto che penalizza migliaia di infermieri: il rinnovo del contratto nazionale, atteso e già finanziato, è saltato.
Il blocco, secondo Ravizza, non è stato tecnico ma politico-sindacale. “Facciamo nomi e cognomi – ha dichiarato in diretta – il contratto è stato affossato dalla Cgil, dalla Uil e dal sindacato Nursing Up”. Un’opposizione che, con uno 0,39% di peso rappresentativo, è riuscita a fermare un accordo che avrebbe portato aumenti immediati in busta paga: 180 euro lordi al mese per tutti gli infermieri, e tra i 477 e i 547 euro per quelli in pronto soccorso.
“È gravissimo – ha aggiunto – perché i soldi erano stati stanziati nella legge di bilancio, c’era il via libera alla contrattazione. Bastava firmare.” Secondo Ravizzi, il problema non è stato economico ma politico: “Viene da pensare che, siccome i fondi arrivavano da un certo fronte politico, qualcuno abbia voluto bloccare tutto per principio.”
La frustrazione degli infermieri intanto cresce. I dati raccontati nel programma parlano chiaro: in Italia ne mancano 60.000, 13.000 vanno in pensione ogni anno, 7.700 scelgono la libera professione e almeno 3.000 sono emigrati all’estero solo nell’ultimo anno. Intanto, i neolaureati sono 22.000, ma non bastano a colmare il buco.
Nel dibattito in studio, Ravizza ha sottolineato che “la CISL, la FIALS e il sindacato NurSind (il principale della categoria) erano invece favorevoli al contratto.” Ma non è bastato. A bloccare tutto è stata una minoranza rumorosa, che ha già ostacolato – come ha ricordato la giornalista – anche i contratti del pubblico impiego, degli enti locali, e ha tentato senza successo di fermare quello dei ministeriali.
In attesa di un nuovo tavolo, gli infermieri restano senza aumenti, con una busta paga che spesso non supera i 1.600 euro mensili. E una domanda che pesa come un macigno: chi rappresenta davvero chi lavora nei reparti?