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Infermieri sotto pressione: uno studio rivela l'impatto dell'ambiente su stress e burnout

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 28/03/2025

Professione e lavoroStudi e analisi

Stress cronico, burnout e insoddisfazione lavorativa: sono questi i principali nemici del personale infermieristico secondo uno studio pubblicato sull'edizione di marzo 2025 dell'American Journal of Nursing. La ricerca, condotta presso un grande ospedale universitario statunitense, mette in luce il legame tra l'ambiente ospedaliero — fisico e sociale — e la salute mentale e professionale degli infermieri.

Lo studio, che ha coinvolto 393 infermieri su un totale di oltre duemila contattati, ha analizzato quattro indicatori chiave: stress psicologico generale, stress da lavoro, burnout e soddisfazione lavorativa. I risultati sono stati chiari: chi lavora in ambienti fisicamente più gradevoli (spazi comodi, silenziosi, ben illuminati e orientati) riporta livelli più bassi di stress e burnout, e maggiore soddisfazione lavorativa.

Ma il dato più rilevante emerso è un altro: la percezione di avere controllo sulla propria attività professionale è il fattore più fortemente associato al benessere dell'infermiere. In altre parole, poter decidere come svolgere il proprio lavoro, avere tempo e risorse adeguate, non essere costretti ad agire contro il proprio giudizio clinico: tutto questo ha un impatto diretto sulla salute mentale del personale.

"Il design degli spazi sanitari conta, ma conta ancora di più la libertà operativa dell'infermiere", spiega Farah Haq, coautrice dello studio e docente presso la Renaissance School of Medicine della Stony Brook University. "Rendere gli spazi più funzionali non basta: bisogna ascoltare gli operatori, dargli voce e potere decisionale".

Il questionario ha indagato in modo specifico il ruolo di diversi elementi fisici: la facilità di orientamento negli spazi, la percezione di comfort fisico, la presenza di rumore eccessivo e l'estetica generale dell'ambiente (inclusa la presenza di opere d'arte e di postazioni di lavoro piacevoli).

Gli infermieri impiegati in strutture di recente costruzione (aperte dal 2019) hanno valutato positivamente tutti gli aspetti fisici, ma in modo controintuitivo hanno segnalato più difficoltà nel senso di orientamento rispetto a chi lavora in edifici più datati. Questo suggerisce che la familiarità con gli ambienti gioca un ruolo, ma non è l'unico fattore.

Altro punto critico: il rumore. L'eccessivo rumore ospedaliero è stato collegato a un aumento dello stress e del burnout, oltre che a effetti negativi sulla salute dei pazienti. Interventi per abbattere il rumore, come la progettazione acustica e la gestione delle fonti di disturbo, sono indicati come possibili soluzioni.

Un aspetto interessante riguarda le postazioni di lavoro. Quelle percepite come "piacevoli" e ben arredate erano associate a un miglioramento, seppur modesto, nella soddisfazione lavorativa e a una riduzione di stress e burnout. Analogamente, la semplice presenza di immagini o decorazioni sulle pareti ha mostrato effetti psicologici positivi.

La turnazione ha mostrato un impatto sullo stress: chi lavora di notte ha riferito livelli più alti di stress lavorativo rispetto ai colleghi del turno diurno.

Il cuore dello studio, però, riguarda l'ambiente sociale e organizzativo: la percezione di "controllo sulla pratica clinica" è risultata cruciale. Questo concetto include diversi aspetti: personale sufficiente per gestire i pazienti, tempo adeguato per discuterne i casi con colleghi, supporti organizzativi che liberano tempo per l'assistenza e continuità nell'assegnazione dei pazienti. Quando questi elementi vengono meno, la qualità della vita professionale crolla.

Le implicazioni per le strutture sanitarie sono molteplici. Per migliorare il benessere degli infermieri e contrastare il turnover, serve un approccio integrato: spazi ben progettati, attenzione ai livelli di rumore, estetica degli ambienti e, soprattutto, potenziamento delle risorse umane e organizzative.

Lo studio rappresenta un contributo importante in un contesto in cui la professione infermieristica vive una crisi globale di motivazione e di risorse, amplificata dalla pandemia. Un dato su tutti: negli USA tra il 2020 e il 2021 oltre 100.000 infermieri hanno lasciato la professione. Interventi strutturali e organizzativi sono ormai indispensabili.

 

 

Jennings, R, Outhwaite, I, Granek, I, Haq, F. The Effects of the Physical and Professional Workplace Environments on the Well-Being of Nursing Staff. Am. J. Nurs.. 2025;125(3):30-39. doi:10.1097/AJN.0000000000000033.