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Mancata firma contratto: addio ai 135 euro in busta paga, ai sanitari solo 11,65 di indennità

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 08/04/2025

Contratto Nazionale

 

Saltato il rinnovo del CCNL Sanità 2022-2024. CGIL, UIL e Nursing Up non firmano: esclusi aumenti e arretrati. Rabbia tra gli operatori sanitari.

L’aumento di 135 euro in busta paga che molti operatori della sanità pubblica attendevano con il rinnovo del contratto nazionale è sfumato. Al suo posto, da aprile, arriverà una ben più modesta indennità di vacanza contrattuale di 11,65 euro, destinata a salire a 19,42 euro da luglio. Il motivo? CGIL, UIL e Nursing Up hanno scelto di non firmare il nuovo CCNL del comparto sanità 2022-2024, facendo saltare l'accordo.

Una decisione che sta suscitando forti reazioni tra lavoratori e operatori del settore. In molti accusano i sindacati di aver bloccato un’opportunità concreta di miglioramento economico, senza avere una strategia reale per ottenere di più.

Complimenti a CGIL, UIL e Nursing Up: un grande capolavoro di cui andrete fieri”, si legge con sarcasmo in un messaggio circolato nei gruppi interni del personale sanitario. Il malumore è diffuso, soprattutto perché i benefici concreti del contratto — aumento della retribuzione base e pagamento degli arretrati — sarebbero stati immediatamente visibili in busta paga.

Cosa prevedeva il contratto rifiutato

Il rinnovo, già approvato da altri sindacati di categoria, includeva un aumento mensile medio di 135 euro lordi sulla paga base, oltre a gli arretrati. Una boccata d’ossigeno per infermieri, tecnici, OSS e altro personale sanitario, da tempo alle prese con stipendi fermi e condizioni di lavoro sempre più dure.

La mancata firma di CGIL, UIL e Nursing Up ha però bloccato tutto. In assenza dell’accordo, il governo erogherà solo l’indennità di vacanza contrattuale, una misura provvisoria e simbolica pensata per compensare (in minima parte) il ritardo nel rinnovo dei contratti pubblici.

La posizione dei sindacati

I sindacati firmatari del no sostengono che le risorse disponibili siano insufficienti a garantire un contratto equo e che l'accordo, così com’era, non avrebbe valorizzato a dovere la professionalità degli operatori sanitari. La posizione, però, appare debole agli occhi di molti lavoratori, che non vedono all’orizzonte nessun piano concreto per riaprire la trattativa e ottenere di più.

La realtà sul campo

Nel frattempo, il personale sanitario continua a lavorare in un contesto difficile: carichi di lavoro pesanti, turni estenuanti, carenza di personale e, ora, anche la frustrazione per un contratto che sembrava vicino e invece è stato congelato.

Molti si chiedono cosa succederà adesso. Senza una firma, il contratto resta fermo, e gli aumenti attesi da mesi vengono rimandati a data da destinarsi. Le sigle sindacali che hanno detto no sostengono di voler tutelare i lavoratori, ma per chi è sul campo ogni giorno, il risultato per ora è solo uno: niente aumento, niente arretrati, e una mancia da 11 euro.