Puglia, al via la mobilità regionale per infermieri e OSS: firmato l’accordo con i sindacati
A maggio il bando online. Emiliano: “Una scelta di civiltà per chi lavora nella sanità”
La Regione Puglia apre le porte alla mobilità volontaria per il personale sanitario non medico. Infermieri, operatori socio-sanitari, assistenti e altri profili sanitari potranno richiedere il trasferimento tra le diverse aziende sanitarie del territorio, avvicinandosi così ai luoghi di residenza, alle famiglie o a situazioni personali particolari.
L’intesa è stata firmata ieri a Bari tra la Regione e i rappresentanti di NurSind, Nursing Up, FIALS, FP CGIL, UIL FPL e CISL FP Puglia. Il prossimo passo sarà l’estensione della misura anche ai medici.
“Rafforziamo il principio che il Servizio Sanitario Regionale deve essere prima di tutto al servizio delle persone – ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – anche di chi ci lavora ogni giorno con dedizione e competenza. Consentire al personale sanitario di avvicinarsi ai propri affetti e lavorare in condizioni più umane è una scelta di civiltà, che rende il sistema più efficiente e motivato”.
Una procedura unica per tutte le ASL
Fino ad oggi, ogni azienda sanitaria gestiva autonomamente i trasferimenti. Ora, con questo accordo, la Puglia introduce una regia regionale per uniformare e rendere più equa la mobilità all’interno del sistema sanitario. “È una novità assoluta – ha spiegato l’assessore alla Sanità Raffaele Piemontese – che permette di superare la frammentazione e di valorizzare criteri oggettivi come l’anzianità di servizio, ma anche le condizioni personali e familiari del personale sanitario”.
Le graduatorie verranno infatti stilate su base unica, con l’azienda capofila incaricata di verificare le dichiarazioni degli operatori attraverso le aziende di provenienza.
Tutto online, si parte a maggio
L’avviso pubblico per la mobilità sarà pubblicato nel mese di maggio. Le domande dovranno essere presentate esclusivamente in modalità telematica, tramite un portale dedicato, per ciascuna figura professionale compresa nell’area contrattuale di riferimento.
Un cambiamento atteso da anni, che punta a migliorare le condizioni di lavoro degli operatori e allo stesso tempo a ottimizzare la distribuzione del personale nelle strutture sanitarie regionali.