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Chikungunya in Italia: primo caso a Bologna, OMS avverte su rischio pandemia globale

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 29/07/2025

AttualitàCronache sanitarie

 

Infermieri in prima linea tra sorveglianza, prevenzione e gestione territoriale.

Il virus Chikungunya torna a circolare in Europa e riaccende i riflettori sul rischio arbovirosi anche in Italia. L’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità parla chiaro: si profila una nuova ondata, potenzialmente capace di raggiungere oltre 5 miliardi di persone in quasi 120 Paesi. Tra questi, il nostro.

In Emilia-Romagna, precisamente a Bentivoglio, è stato individuato il primo caso confermato del 2025. Si tratta di un’infezione di rientro, contratta da un viaggiatore tornato da una zona a rischio. Ma a far salire la tensione è l’ipotesi concreta di trasmissione locale, con un secondo caso senza contatti diretti con l’estero: possibile segnale che il virus potrebbe aver già trovato un vettore sul territorio.

Quando le zanzare smettono di essere solo un fastidio

In un’estate caratterizzata da temperature elevate e piogge intermittenti, le condizioni per la proliferazione delle zanzare sono ideali. Il virus, trasmesso dalla Aedes albopictus (la zanzara tigre), trova terreno fertile anche in contesti urbani e temperati, rendendo sempre più sottile il confine tra infezioni "esotiche" e rischi locali.

La risposta sanitaria: prevenzione, sorveglianza e territorio

Le autorità sanitarie regionali, in collaborazione con l’Azienda USL di Bologna e il Comune di Bentivoglio, hanno attivato le procedure di disinfestazione e controllo previste dal piano regionale per le arbovirosi. Nessun allarme sanitario, ma l’obiettivo è chiaro: spegnere sul nascere qualsiasi potenziale catena di trasmissione.

Per gli infermieri – soprattutto quelli coinvolti nella sanità pubblica, nei dipartimenti di prevenzione e nell’assistenza territoriale – si apre un nuovo fronte operativo. Il monitoraggio dei sintomi, l’identificazione precoce dei casi sospetti e il supporto all’educazione sanitaria della popolazione diventano strumenti essenziali.

I numeri attuali e la prospettiva

Secondo i dati aggiornati dell’ISS, nel 2025 sono stati rilevati finora 30 casi di Chikungunya e 96 di Dengue in Italia. La Francia guida invece il triste primato europeo con circa 800 casi in meno di tre mesi.

Non si parla di emergenza, ma di una vigilanza attiva. E nella rete di protezione della sanità pubblica, il ruolo infermieristico non è accessorio: è fondamentale. La gestione delle arbovirosi passa anche dalla capacità di ascolto sul territorio, dalla tempestività nel rilevare i segnali deboli, dalla collaborazione tra professionisti sanitari e amministrazioni locali.

Non è solo una questione di virus: è una questione di sistema sanitario reattivo e consapevole.