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Ottobre Rosa 2025: il ruolo chiave delle ostetriche nella lotta al carcinoma della cervice

Andrea Tirottodi
Andrea Tirotto
Pubblicato il: 15/10/2025

Professione e lavoroStudi e analisi

 

In occasione della recente inziativa Ottobre Rosa, di cui abbiamo riferito, la dottoressa Paola Lubinu, ostetrica e consigliera della FNOPO (Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica), ha approfondito e sottolineato in una impegnata relazione l’importanza della prevenzione nel combattere il carcinoma della cervice uterina, una patologia che rappresenta ancora una delle principali cause di mortalità tra le donne.

Il carcinoma della cervice uterina è infatti uno dei tumori ginecologici più prevenibili e curabili, soprattutto se diagnosticato in fase precoce. La principale causa di questa malattia è l’infezione da Papilloma Virus (HPV), che può essere prevenuta efficacemente grazie ai programmi di screening e alla vaccinazione anticorpale, raccomandata dall’Unione Europea e dagli esperti di tutto il mondo.

In Italia si registrano circa 3.152 nuovi casi annui e 1.011 decessi all’anno (dati 2023-2024). Questa patologia rappresenta ancora una delle principali cause di tumore ginecologico, con un picco di incidenza nella fascia 50-54 anni (circa 458 nuovi casi/anno). Colpisce prevalentemente donne tra i 45 e i 55 anni ed è più frequente tra le donne di origine straniera, provenienti da Paesi con sistemi di prevenzione meno sviluppati.

Lubinu sottolinea come l'integrazione tra prevenzione primaria (vaccinazione anti-HPV) e secondaria (Pap-test e HPV-test) rappresenti una strategia robusta e vincente.
In Italia, il sistema di screening attivo prevede:

  • Pap-test ogni tre anni per donne tra 25 e 29 anni non vaccinate;

  • HPV-test ogni cinque anni per donne tra 30 e 64 anni, incluso chi si è vaccinata in adolescenza.

Tuttavia, molte donne ancora non partecipano regolarmente a questi programmi, a causa di barriere culturali, difficoltà di accesso o carenza di informazioni chiare. La pandemia ha ulteriormente rallentato la partecipazione, aggravando la situazione.
Il miglioramento delle attività di screening e vaccinazione anti-HPV ha portato negli ultimi decenni a una significativa riduzione dell’incidenza e della mortalità, ma permangono differenze territoriali, soprattutto nelle aree più svantaggiate del Sud, dove la copertura è ancora insufficiente.

Lubinu evidenzia che il ruolo delle ostetriche è centrale in questa battaglia: accompagnano le donne lungo tutto il ciclo della vita, promuovendo consapevolezza e adesione ai programmi di prevenzione.
È fondamentale rafforzare le campagne di sensibilizzazione, includere percorsi formativi nelle scuole e coinvolgere anche i giovani maschi, per ampliare la prevenzione a livello collettivo.

Infine, Lubinu sottolinea che la lotta contro il carcinoma cervicale necessita di un approccio multidisciplinare, coinvolgendo ginecologi, ostetriche, oncologi, virologi, psicologi e operatori sanitari territoriali.
Solo un lavoro di rete efficace potrà ridurre le disuguaglianze di accesso e migliorare la tempestività nella diagnosi e nella cura.

La professionalità delle ostetriche, unita all’impegno di tutte le professioni sanitarie, rappresenta la strada più efficace per ridurre la mortalità da carcinoma della cervice uterina e garantire un futuro più sano alle donne di tutte le regioni italiane.

Andrea Tirotto