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Sanità, gli USA formano infermieri a 16 anni. In Italia mancano e invecchiano

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 15/10/2025

Global Nurse

 

Negli Stati Uniti si punta sulla formazione precoce e sulla tecnologia per rispondere alla crisi sanitaria. In Italia si resta indietro, tra blocchi assunzionali, invecchiamento e una professione sempre meno attrattiva.

 

La carenza di personale sanitario non è più un'emergenza, ma un dato strutturale. Negli Stati Uniti, la risposta è drastica: formare adolescenti già dalle scuole superiori e investire massicciamente nella robotica. In Italia, invece, si continua a rincorrere un problema annunciato da anni, aggravato da un ricambio generazionale sempre più lento e da una professione infermieristica che perde appeal.

USA: Formazione precoce e robotica come soluzioni

Negli Stati Uniti, il sistema sanitario è in piena crisi di organico. Le previsioni parlano chiaro: entro il 2028 mancheranno all’appello circa 100 mila operatori sanitari, con una carenza particolarmente marcata tra gli assistenti infermieristici. Per far fronte a questo scenario, si stanno sviluppando percorsi scolastici che anticipano l’ingresso nella sanità.

Ballad Health, un importante sistema ospedaliero del Tennessee, ha avviato un programma di formazione in collaborazione con cinque distretti scolastici: 200 studenti saranno diplomati come infermieri pratici autorizzati entro il 2029, pronti a entrare subito nel mondo del lavoro con stipendi iniziali che vanno dai 40 agli 80 mila dollari l’anno. Una mossa obbligata per ridurre la dipendenza dagli infermieri di transito, costati ben 70 milioni di dollari in un solo anno.

Parallelamente, si guarda alla robotica. Il mercato globale della robotica medica è destinato a esplodere, passando da 16 a quasi 64 miliardi di dollari entro il 2032. In Regno Unito si stima che entro il 2035 il 90% degli interventi chirurgici mininvasivi sarà eseguito con l’ausilio di robot. Ma la spinta tecnologica non si limita alla sala operatoria: robot per il trasporto di campioni, farmaci o attrezzature stanno diventando sempre più comuni, anche se ostacolati da costi elevati, formazione specifica e questioni etico-legali.

Italia: Il problema si conosce, ma si agisce troppo tardi

Nel frattempo, in Italia, la situazione si aggrava. La carenza di infermieri è una delle principali criticità del Servizio Sanitario Nazionale, che si prepara ad affrontare un invecchiamento della popolazione senza precedenti.

Secondo i dati Istat, già nel 2024 il 24,3% della popolazione ha più di 65 anni. Nel 2050 saranno oltre il 34%, mentre gli over 80 passeranno dal 7,7% al 13,6%. A fronte di questo scenario, l’Italia registra una densità di infermieri pari a 6,2 per 1.000 abitanti: ben al di sotto della media UE (circa 9) e ancor più lontana da Paesi come Germania, Finlandia e Irlanda, che superano i 12 per 1.000 abitanti.

Un sistema bloccato e poco attrattivo

Le ragioni del divario italiano sono note. Agenas ne identifica due principali:

  1. Il blocco delle assunzioni nelle Regioni sottoposte a piano di rientro.

  2. Un turnover negativo che negli ultimi dieci anni ha portato a un progressivo svuotamento degli organici.

Il risultato? Un innalzamento dell’età media. Oggi, nel Ssn, l’infermiere medio ha 47 anni, e quasi il 30% ha più di 55. Tra il 2025 e il 2034, circa 77 mila infermieri raggiungeranno l’età pensionabile, ossia quasi un quarto dell’attuale forza lavoro. E i nuovi ingressi non sono sufficienti a compensare le uscite.

La professione, inoltre, non è più attrattiva. I giovani si orientano altrove, scoraggiati da salari non competitivi, carichi di lavoro crescenti e mancanza di riconoscimento professionale. Nessuna strategia strutturata, per ora, punta sulla formazione precoce o sull’integrazione tecnologica, se non in forme ancora sporadiche e sperimentali.

La sfida: innovare, oppure arretrare

Se il trend demografico è ormai irreversibile, anche in Italia serviranno risposte coraggiose e non più rimandabili. Investire in formazione, sbloccare le assunzioni, rendere la carriera infermieristica dignitosa e integrata con l’innovazione tecnologica non è più un’opzione, ma una necessità.

Negli Stati Uniti, il futuro della sanità si costruisce già tra i banchi delle superiori. In Italia, il rischio è che si continui a tappare i buchi con soluzioni tampone, mentre la crisi si trasforma in collasso.