Covid-19. Alessandria primato negativo infortuni sul lavoro. NurSind: le nostre denunce inascoltate
“Adesso che siamo parzialmente fuori dall’emergenza covid-19, guardando indietro non possiamo fare altro che constatare come le nostre denunce sulla mancata protezione dei dipendenti non siano mai state prese in considerazione e ad oggi i dati Inail lo mettono nero su bianco: siamo stati mandati al fronte senza armatura e siamo caduti sul campo”, a commentare il quadro disastroso rilevato dall’ultima analisi Inail è Salvatore Lo Presti, segretario territoriale NurSind Alessandria.
Proprio quest’ultima, la provincia di Alessandria, in tema di morti sul lavoro per covid-19 detiene il primato negativo, mentre si classifica al secondo posto relativamente alle denunce di infortunio sul lavoro da Coronavirus.
I dati Inail
Sono 7.593 (393 in più rispetto alla rilevazione del 31 maggio) le denunce di infortunio sul lavoro da Coronavirus in Piemonte da inizio anno a fine giugno; il 15,2% dei casi rilevati a livello nazionale (49.986).
I casi mortali sono 19 (2 in più rispetto al monitoraggio precedente), pari al 7,5% dei decessi registrati in Italia (252).
In provincia di Torino si concentra più della metà delle denunce (3.953, pari al 52,1% dei casi del Piemonte), seguita dalle province di Alessandria (940 denunce, pari al 12,4%).
Con 8 decessi la provincia di Alessandria detiene il primato negativo per i casi mortali.
Infermieri, oss e medici le professioni più colpite con il 37,5% delle denunce complessive, l'80,8% delle quali relative a infermieri.
“Già dall’indomani dello scoppio della pandemia avevamo denunciato in tutte le sedi, dalle Direzioni della Aziende sanitarie alla Procura, le condizioni di pericolo in cui versavano gli operatori sanitari e per conseguenza diretta i cittadini afferenti ai nosocomi della provincia – continua Lo Presti – dalla mancanza dei Dpi (non scordiamo i sacchi della spazzatura fornitici come camici di protezione), alla mancata formazione per un evento pandemico del tutto sconosciuto che ha portato infermieri, oss e medici a dover riscrivere la storia dell’assistenza, alle direttive contraddittorie sull’uso delle mascherine, ed ancora alla rimodulazione degli orari di lavoro che ben poco argine di dovuto riposo lasciavano a chi doveva affrontare un nemico nuovo ed invisibile, con un carico emotivo e stressogeno che ha lasciato importanti sequele psico-fisiche sugli operatori sanitari. E’ tutto nero su bianco, le nostre denunce come sindacato sono state puntuali e premonitrici del disastro, ma non siamo stati ascoltati e questi oggi sono i dati sconfortanti, che se da un lato svelano la triste realtà, dall’altra ci incoraggiano a non demordere sul fronte dei diritti. Sarà un autunno caldo se le nostre richieste verranno ancora lungamente ignorate”, conclude il sindacalista.
Marialuisa Asta
Dati inail Alessandria fonte: La Stampa