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Arrivano le linee guida per l’utilizzo dei ‘gettonisti’. Agli infermieri massimo 28 euro l’ora

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 02/12/2024 vai ai commenti

AttualitàGoverno

Nuove regole per arginare i costi e garantire il rispetto delle condizioni lavorative
Il fenomeno dei medici e infermieri "gettonisti", esploso con la pandemia per i primi e già noto per i secondi a causa della cronica carenza di personale, trova adesso un quadro normativo. Le nuove linee guida, pubblicate in Gazzetta Ufficiale, stabiliscono i confini per l’utilizzo di questo personale, spesso costoso per le strutture sanitarie, ma essenziale in situazioni di emergenza.

I limiti introdotti per un uso controllato
Il Governo, con il decreto bollette, aveva già stabilito principi per regolare questa pratica, ma si attendevano le indicazioni operative. Ora è ufficiale: i gettonisti potranno essere chiamati in servizio solo in casi di necessità e urgenza, per un periodo massimo di 12 mesi non prorogabile, e solo quando ogni altra soluzione per coprire le carenze di organico risulti impraticabile.
Le linee guida ribadiscono ulteriori restrizioni:
Tetto massimo di ore settimanali: 48 ore, con un riposo obbligatorio di 11 ore tra un turno e l’altro.
Economia delle risorse: tariffe orarie fissate per evitare spese eccessive, con un massimo di 85 euro per medici nei reparti di pronto soccorso e rianimazione, e 75 euro per altri servizi. Per gli infermieri, il compenso va da 28 euro per il pronto soccorso a 25 euro per altri reparti.

Una soluzione temporanea, in attesa di riforme strutturali
Sebbene le linee guida rappresentino un passo avanti nella regolamentazione, rimane urgente affrontare il problema alla radice: la carenza strutturale di personale sanitario. L’arruolamento di medici e infermieri tramite contratti temporanei non può essere la risposta definitiva, ma solo una misura d’emergenza in attesa di interventi strutturali, come il potenziamento degli organici e condizioni lavorative più attrattive.
In questo contesto, il ruolo delle nuove direttive sarà cruciale per bilanciare l’efficacia del servizio sanitario nazionale con la sostenibilità economica e il rispetto dei diritti dei lavoratori, in attesa di un futuro meno dipendente dalle emergenze.