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NurSind Messina: dai 3 ai 12 mila euro in più agli amministrativi, gli infermieri senza indennità

Gravi carenze di personale negli ospedali, dal Papardo di Messina al Policlinico, passando per l'IRCCS:

- mancata erogazione di indennità agli infermieri;

- reparti non ancora ultimati;

- gestione covid in forte sofferenza;

Il sindacato Nursind denuncia una situazione di caos nella sanità messinese.



Al Policlinico è emergenza nella gestione del covid. “Il policlinico è un cantiere a cielo aperto – dice Ivan Alonge, segretario territoriale Nursind – pensiamo al pronto soccorso generale inagibile e in costruzione da un anno. Ci chiediamo anche che fine abbia fatto la Terapia intensiva approntata al padiglione C e le stanze a pressione negativa allestite al padiglione H proprio per i pazienti covid. Da due anni in questa azienda, tranne che per brevi periodi, non abbiamo avuto Rianimazione, Malattie infettive e Pneumologia, una cosa che per una struttura universitaria è veramente scandalosa”.

Sempre al policlinico per gli infermieri anche la beffa della mancata pubblicazione del bando per la Progressione Economica Orizzontale. Massimo Latella, referente aziendale Nursind, spiega che “il bando non è stato pubblicato nonostante in delegazione trattante avessimo raggiunto un accordo con l’amministrazione”.

Al contrario, il Nursind sostiene che la Direzione pare intenzionata a deliberare per il personale amministrativo ben 31 posizioni organizzative, cioè oltre al proprio stipendio prenderanno indennità che vanno dai 3.000 ai 12.000 euro l'anno in più, somme che accontenterebbero solo pochi “eletti”.
Questa incertezza causerebbe anche la fuga degli infermieri. Diventa complicato infatti reclutare i precari, perché in altre Asp sono previsti contratti annuali ed anche triennali.

“Si prevede che entro gennaio andranno via altri dieci infermieri circa aggravando sempre di più la situazione” afferma il Nursind.

Grande la carenza anche di Oss.

Gravi problemi anche al Papardo dove il sindacato Nursind ha diffidato i vertici aziendali perché “nei reparti di Cardiologia, Pneumologia, Neurochirugia, Ematologia, Utin, Chirurgia generale, Chirurgia plastica, Urologia e Medicina, si registra carenza di infermieri che sono per altro costretti a svolgere la propria attività in emergenza e criticità. Durante il turno notturno manca anche il personale Oss già deficitario di giorno e gli infermieri svolgono mansioni inferiori per supplire a queste carenze senza ricevere un tempestivo cambio dopo 11 ore di servizio”.

Criticità si registrano anche all’Irccs.

Il Nursind spiega che “in semi intensiva, dove solitamente ci sono 8 posti, la struttura ospita nove pazienti, mentre  in zona grigia delle quattro postazioni covid con ossigeno si è passati a nove. La situazione è preoccupante - prosegue Mangano Basilio del Nursind - abbiamo  molti più pazienti di quelli che possiamo, siamo oltre il cento per cento. Abbiamo carichi di lavoro insostenibili, altro che zona gialla, la situazione sanitaria è da zona rossa. Persino le bombole rischiano in certi momenti di non bastare, i monitor e le barelle del pronto soccorso sono stati spostati per assistere i pazienti covid, questo comporta gravi disagi per gli operatori sanitari e per l’assistenza”.