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La bassa alfabetizzazione sanitaria nel nostro Paese e i suoi costi per la collettività

Vincenzo Rauccidi
Vincenzo Raucci
Pubblicato il: 12/07/2022

AttualitàEuropa studi e ricerche

Il termine alfabetizzazione sanitaria è la traduzione italiana dell’inglese health literacy e indica la capacità di un cittadino di ottenere, elaborare e comprendere informazioni sanitarie di base, per poter effettuare scelte consapevoli.

Il termine è stato introdotto negli USA negli anni Settanta e, nel 1988, l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha inserito nel Glossario della promozione della salute.

Secondo alcune indagini e il parere di molti esperti, l’alfabetizzazione sanitaria è uno dei capisaldi di una buona salute ed è stata dimostrata la sua capacità di influire positivamente sullo stile di vita, su un accesso adeguato al sistema sanitario e sull’adesione ai programmi di prevenzione e alle terapie.

Nel nostro Paese c’è un basso livello di alfabetizzazione sanitaria. Lo afferma il secondo studio europeo (Action Network on Measuring Population and Organizational Health Literacy - M-Pohl), che sul tema ha coinvolto oltre 42mila intervistati di 17 Paesi: Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Israele, Italia, Norvegia, Portogallo, Federazione Russa, Slovacchia, Slovenia e Svizzera.

I dati non sono incoraggianti: da noi il 31% degli intervistati considera “molto difficile” o “difficile” rispondere alle domande di un questionario composto da 12 items, il che significa che nel nostro Paese, in base alle valutazioni del test, ci sono 31 persone su 100 che hanno un livello di Health Literacy inadeguato, riferito anche alle domande che hanno come oggetto il Covid-19.

La media europea è, invece, del 23%.

Una bassa alfabetizzazione sanitaria, ad esempio, rende difficile:

  • capire le prescrizioni del medico
  • mantenere un corretto stile di vita
  • leggere il foglietto illustrativo di un medicinale
  • compilare correttamente un questionario medico
  • seguire un piano vaccinale
  • seguire la giusta terapia

Cosa può comportare, tutto ciò, per i singoli cittadini e per l’intera collettività? Può aumentare il numero dei ricoveri e/o e giornate di degenza, si può spendere di più per i farmaci, si può avere uno stato di salute più precaria e così via, con il risultato di un aumento della spesa sanitaria per l’intero Paese.

È quindi necessario mettere in atto una serie di strategie per aumentare il livello di alfabetizzazione sanitaria delle persone, come attuare interventi nelle scuole, nelle parrocchie, nelle circoscrizioni, nelle associazioni di volontariato, oppure produrre opuscoli che accompagnino le prescrizioni sanitarie, attraverso l’adozione di un linguaggio più semplice o attraverso l’uso di schemi e/o illustrazioni.

In tal caso, gli esempi appena accennati potrebbero rappresentare l’occasione, per i neonati Infermieri di Famiglia, di presentarsi alla comunità attraverso la creazione di questi strategici “ponti comunicativi”.