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Covid l’inchiesta di Bergamo, i buchi del ministero della salute e il cinese che avvisò Roma

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 10/04/2023

AttualitàCoronavirus

Questa sera Report torna sulla prima ondata del Covid e sull’inchiesta della Procura di Bergamo.

Nella ricostruzione degli errori, delle sottovalutazioni e dei ritardi messi in fila dai PM emergono anche due personaggi che precedentemente non erano conosciuti.

Uno eÌ€ un giovane cinese che studia in Italia, figlio di un medico di Wuhan, che il 22 e il 23 gennaio 2020 scrisse all’allora dirigente dell’Istituto superiore di sanitaÌ€ Giovanni Rezza, inviandogli documenti tradotti che smentivano le verità ufficiali, prese peroÌ€ per buone dall’Organizzazione mondiale della sanitaÌ€: gli asintomatici contagiavano e i tempi di incubazione erano lunghi, quindi il termoscanner installato all’aeroporto di Fiumicino per i passeggeri in arrivo dalla Cina “potrebbe essere inefficace”, scriveva il ragazzo. Venne anche preso sul serio dall’Iss, ma non bastoÌ€ ad accelerare i preparativi italiani. Per dirla con Andrea Urbani, allora a capo della programmazione sanitaria, intervistato a sua insaputa: “Facevamo delle simulazioni sulla base dei dati che arrivavano dalla Cina, che in realtà erano dati truccati”.

L’altra figura proposta da Report eÌ€ Mirco Nacoti, anestesista dell’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, che a marzo 2020 scrisse un articolo sul New England Journal of Medicine sul disastro sanitario in Lombardia, ma fu accusato di “tradimento” e “silenziato” per non nuocere all’immagine della Regione.  Saranno i giudici a stabilire se siano stati commessi reati di epidemia colposa e omicidio colposo plurimo, ipotizzati dai PM di Bergamo a carico di politici e tecnici nazionali e lombardi per la mancata applicazione dei piani pandemici e per la rinuncia alla zona rossa in Val Seriana.

Ma l’inchiesta ha dimostrato l’inconsistenza della struttura del ministero della Salute, frutto anche dei tagli e della regionalizzazione, ma non solo. “Il problema degli enti pubblici, signori, eÌ€ che ci sono persone totalmente inadeguate. Tu prendi persone a gestire pezzi importanti del Paese e li scegli in base a logiche che non hanno nulla a che vedere con il merito... quando le cose vanno bene non se ne accorge nessuno, quando vanno male... succedono queste cose”, dice ancora Urbani davanti alla telecamera nascosta di Report. Dati sulle polmoniti in ritardo, zero tamponi fino al 19 febbraio, nessun investimento tempestivo su mascherine e ospedali.

Il servizio punta su Giuseppe Ruocco, l’ex segretario generale della Salute che negli atti di Bergamo appare preoccuparsi di eventuali responsabilità contabili più che del virus, per quanto sia indagato solo per la zona rossa (come Urbani, peraltro).

Oggi come allora lo attacca Pierpaolo Sileri, all’epoca viceministro della Salute, mentre l’ex sottosegretaria Pd Sandra Zampa rimangia anche le critiche che fece a suo tempo via chat. C’eÌ€ poi un botta e risposta a distanza tra Attilio Fontana e Andrea Crisanti, il presidente della Lombardia pure indagato per la zona rossa (come Giuseppe Conte, peraltro) e il professore oggi senatore Pd, consulente della Procura sui morti che si sarebbero potuti risparmiare in Val Seriana.

Tutto fa pensare che i limiti mostrati dalla sanitaÌ€ pubblica ai tempi del Covid siano quasi tutti ancora liÌ€. Report stasera racconta anche l’intreccio delle mazzette attorno agli ospedali della Puglia di Michele Emiliano e le presunte corsie privilegiate per i paganti all’Ospedale Oftalmico di Roma.

Fonte: Il Fatto Quotidiano