Iscriviti alla newsletter

La montagna è terapeutica? Ecco come

Vincenzo Rauccidi
Vincenzo Raucci
Pubblicato il: 17/08/2023 vai ai commenti

AttualitàStudi e analisi

La maggior parte degli esseri umani, soprattutto nel mondo industrializzato, associa il termine “terapeutico” alla farmacologia. “Pigliate ‘na pastiglia”, cantava ironicamente Renato Carosone (1920-2001) più di mezzo secolo fa, scanzonata presa in giro verso chi attribuiva (e attribuisce) al farmaco un grande potere taumaturgico.

Eppure sappiamo tutti che esistono validissimi luoghi, atteggiamenti, manovre, situazioni, atmosfere, rimedi che possono essere tanto terapeutici quanto molte medicine.

In questa serie di articoli è mia intenzione esplorare alcune dimensioni curative per le quali non è necessaria la prescrizione di un medico.

Eccovi i titoli degli articoli che compongono il pacchetto:

Continuiamo questo nostro viaggio nelle varie dimensioni terapeutiche con la montagna, metafora della vita per eccellenza, con le sue salite, le sue vette da raggiungere e le sue discese, tra sentieri e ostacoli più o meno impegnativi.

Spesso sentiamo dire che la montagna fa “buon sangue”, ma cosa vuol dire? Se lo è chiesto un gruppo di ricercatori dell’Università del Colorado (l’Altitude Research Center - ARC) che hanno di recente condotto una ricerca in sud America (D’Alessandro A. et Al. (2016) AltitudeOmics: Red Blood Cell Metabolic Adaptation to High Altitude Hypoxia. Journal of Proteome Research. 15 (10): 3883-3895).

In questa ricerca si è accertato come pochi giorni in alta quota siano un ottimo modo per migliorare la funzionalità dei globuli rossi incrementando la loro attitudine a trattenere l’ossigeno e a trasportarlo ai tessuti. Per comprendere meglio i cambiamenti cui è sottoposto il nostro organismo ad alta quota, i ricercatori dell’ARC hanno selezionato 21 volontari e li hanno portati a 5260 metri di altitudine e hanno constatato che i globuli rossi ad alta quota migliorano le loro funzionalità, sono più performanti.

Le ricerche di questo gruppo continuano e, se volete restare aggiornati sui prossimi risultati, visitate il sito https://harcsummit.org/

Trascorrere del tempo in montagna, inoltre, può funzionare da valido antidepressivo e antistress naturale, poiché durante le passeggiate in quota, allontanandoci dai ritmi frenetici della città, vi è un’aumentata produzione di endorfine e di serotonina unita a un abbassamento dei livelli di cortisolo nel sangue.

È per questo che camminare ci fa sentire meno ansiosi, tristi, stressati o frustrati stimolando sentimenti positivi, propensione all’attività fisica e una migliorata disposizione verso sé stessi.

Passeggiare in montagna può far bene anche al nostro sistema immunitario, il quale sembra essere ben stimolato dalla presenza nell’aria dei “terpeni”, un insieme di molecole che si trovano, ad esempio, nella resina di molte piante, in particolare delle conifere (pini, abeti, ecc…). Camminare in un bosco purifica ed energizza: la silvoterapia è utile per ritrovare il benessere e l’equilibrio interiore attraverso il contatto con la natura, e tra le eco-terapie è la pratica che sta prendendo più piede, pur essendo stata scoperta nel 1927.

Soggiornare qualche tempo in montagna, pare aumenti anche la creatività, come dimostrato da uno studio di Ruth Ann Atchley, del Dipartimento di Psicologia dell’Università del Kansas (VEDI ARTICOLO) nel quale si legge che praticando trekking, camminando nei boschi e salendo su sentieri di montagna, migliori sensibilmente la creatività e l’ispirazione, raddoppiandole del 50%.

Un altro studio afferma anche che “[…] l’esposizione all’ambiente naturale appare avere un impatto sulla corteccia cerebrale pre-frontale, la cui attività è associata alla creatività e al multitasking […]”, verificando quanto un soggiorno in montagna aumenti la capacità di trovare idee o soluzioni nuove, di combinare gli elementi a disposizione in qualcosa d’innovativo e funzionante, di risolvere i problemi in modo originale o di modificare l’esistente migliorandolo (VEDI ARTICOLO).

Fare trekking non solo aumenta la creatività e la capacità di riconnettersi con sé stessi, ma contribuisce a mantenere il benessere fisico poiché una pratica regolare consente di diminuire la pressione arteriosa e il colesterolo, limitando il rischio di malattie cardiovascolari. Rappresenta un ausilio nel controllare i livelli di glucosio nel sangue e di conseguenza nel gestire e prevenire il diabete.

Fare trekking regolarmente potenzia il funzionamento dell’apparato cardiovascolare, perché mantiene attiva l’elasticità dei vasi sanguigni prevenendo le malattie cardiovascolari. Al contempo, fortifica l’apparato respiratorio perché camminare in un ambiente sano e pulito stimola una migliore ossigenazione dei tessuti.

Inoltre migliora il tono muscolare, rassodandolo e tonificandolo, aiutando anche a mantenersi in forma; rinforza le fibre muscolari e le articolazioni, elevando il grado di elasticità di tendini e legamenti, e fortifica le ossa allontanando il rischio dell’osteoporosi.

Camminare per lunghi tratti permette di bruciare molte calorie eliminando il grasso in eccesso e riducendo sensibilmente i livelli d’infiammazione sistemica derivata dagli adipociti.