Buoni pasto negati al Policlinico di Messina: NurSind porta il caso in Procura
NurSind e UIL-FPL denunciano pressioni e violazioni contrattuali: “Diritto negato, ricadute gravi su lavoratori e assistenza”
La questione dei buoni pasto negati ai dipendenti del Policlinico “G. Martino” di Messina finisce in Procura. NurSind e UIL-FPL, sigle sindacali più rappresentative dell’ospedale universitario, hanno presentato un esposto per denunciare una situazione che, secondo quanto dichiarano, va oltre la semplice mancanza di un benefit: si tratterebbe di una violazione di diritti contrattuali e, peggio, di pressioni esercitate dalla direzione aziendale nei confronti dei sindacati.
Ivan Alonge (NurSind) e Livio Andronico (UIL-FPL) parlano chiaro: la dirigenza avrebbe collegato il mancato accordo sulla concessione dei buoni pasto alla possibile mancata proroga dei contratti a tempo determinato in scadenza il 30 settembre 2025. Una manovra che i sindacati giudicano gravissima: “È inaccettabile che i lavoratori diventino moneta di scambio in una trattativa sui diritti – dichiarano –. E il buono pasto è un diritto, non un privilegio.”
Il riferimento normativo è il CCNL Sanità, che riconosce esplicitamente il buono pasto come servizio sostitutivo della mensa per chi lavora oltre le sei ore giornaliere. Anche la Corte di Cassazione, ricordano i sindacati, ha ribadito che si tratta di un diritto intangibile.
La direzione del Policlinico, in una comunicazione ufficiale, ha parlato di “impossibilità nell’erogazione dei buoni pasto” per ragioni legate al superamento del tetto di spesa, indicato come “invalicabile” dall’Assessorato regionale alla Salute. Tuttavia, NurSind e UIL-FPL rilanciano: come è possibile che, nonostante un aumento complessivo di 15 milioni di euro nei tetti di spesa negli ultimi due anni (4 milioni nel 2023 e altri 11 nel 2025), l’Azienda non sia in grado di garantire neppure i buoni pasto?
Il caso si complica ulteriormente con la minaccia di non rinnovare i contratti a tempo determinato, un provvedimento che, secondo i sindacati, “colpirebbe duramente centinaia di famiglie e metterebbe a rischio i livelli essenziali di assistenza”.
Oltre all’esposto in Procura, NurSind e UIL-FPL hanno inviato una nota formale all’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, chiedendo un intervento immediato per fare chiarezza e ripristinare i diritti dei lavoratori.
NurSind in prima linea
NurSind conferma il proprio ruolo di sindacato di tutela e di denuncia, intervenendo con forza in una vicenda che tocca il cuore delle condizioni di lavoro del personale sanitario. “Non accetteremo ricatti né arretramenti sui diritti fondamentali – afferma Alonge –. Questo è un messaggio chiaro: i lavoratori non sono numeri da tagliare, ma persone che ogni giorno tengono in piedi il sistema sanitario.”
In attesa di una replica ufficiale da parte della direzione del Policlinico, la palla ora passa alla magistratura e alla politica regionale. Il diritto al pasto, minimo sindacale per chi lavora turni lunghi in corsia, è diventato il simbolo di una più ampia battaglia per la dignità e la stabilità del lavoro in sanità.