Iscriviti alla newsletter

Perdita di professionalità e disagio psicologico. Risarcita lavoratrice demansionata

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 22/03/2024 vai ai commenti

La SentenzaLeggi e sentenzeProfessione e lavoro

Danno biologico alla lavoratrice demansionata. Pesano il disagio psicologico per la perdita della professionalità e la vistosità dell’emarginazione nell’ambiente di lavoro.

A stabilirlo la Corte di Cassazione, sezione lavoro, ordinanza n. 7640 del 21 marzo 2024.

La sentenza, che ha avuto origine dall'appello presentato da una azienda contro una decisione del Tribunale di L'Aquila, ha sottolineato il grave impatto del demansionamento sulla lavoratrice coinvolta.

In particolare, la Corte ha riconosciuto che la lavoratrice ha subito un significativo danno sia dal punto di vista professionale che psicologico. È stato calcolato un risarcimento del danno da dequalificazione professionale pari a un terzo della retribuzione netta percepita per il periodo di sei mesi di demansionamento, oltre a un risarcimento del danno non patrimoniale di € 19.874,00.

La decisione della Corte si basa sull'evidenza che il demansionamento ha comportato una perdita tangibile della professionalità acquisita dalla lavoratrice nel settore dei crediti deteriorati e del precontenzioso. La condotta del datore di lavoro, nel relegare la lavoratrice in una posizione forzosamente inattiva, ha impedito un'utilizzazione piena e adeguata delle sue competenze e esperienze precedenti.

Inoltre, la Corte ha evidenziato la visibilità del demansionamento all'interno dell'azienda e l'anzianità della dipendente coinvolta. Sono emerse anche gravi conseguenze sulla salute psicologica della lavoratrice, che è stata diagnosticata con un disturbo dell'adattamento con ansia e umore depressi misti, cronicizzato e di gravità clinica moderata, attribuito principalmente allo stress lavorativo.