Iscriviti alla newsletter

Psicologia: quando l'invidia diventa patologica. Scopriamo la Sindrome di Procuste

Giuseppe Romeodi
Giuseppe Romeo
Pubblicato il: 04/09/2024 vai ai commenti

Professione e lavoroStudi e analisi

In psicologia, con sindrome di Procuste s'intende il disprezzo che una persona sente per quegli individui che hanno maggiori capacità e talento.  Non si tratta solamente di una sensazione negativa ma spesso si traduce anche in vere proprie azioni che hanno l'obiettivo di sminuire se non addirittura di sabotare l'altro. 

Chi soffre di queste sindrome è solitamente frustrato e mette in atto una competitività di tipo negativo che tende a ostacolare l'altra persona per sentirsi meglio.

 

Le origini dalla mitologia Greca

La mitologia greca narra che Procuste era un locandiere famoso per la sua indole di torturatore, che non tollerava chi era diverso o migliore di lui. Gestiva una taverna fra le colline dell’Attica. Lì, offriva alloggio ai viandanti. Procuste possedeva un letto dove invitava tutti i viaggiatori a passare la notte. Durante la notte, quando i malcapitati dormivano, ne approfittava per imbavagliarli e legarli. 

Se la vittima era più alta e piedi, mani e testa le sporgevano dal letto, procedeva a tagliarli. Se la persona era più bassa, la stirava, rompendole le ossa per far quadrare le misure. 

Questo personaggio oscuro perpetrò le sue azioni macabre per anni, finché giunse un uomo: Teseo. Si narra che, quando Teseo scoprì ciò che quel sadico faceva di notte, decise di sottoporre Procuste allo stesso supplizio che imponeva a tutte le sue vittime.

 

Risvolti patologici di questa Sindrome

 

La sindrome di Procuste si può trovare in ambito familiare e sociale, ma anche all’interno del posto di lavoro.

 In qualsiasi settore può esserci qualche individuo che mette in atto azioni scorrette per invidia e con l’obiettivo di non farci avere successo.

 

La Sindrome di Procuste può essere considerata, quindi, una particolare patologia mentale che porta le persone che ne soffrono a provare un profondo astio e un forte senso di frustrazione verso chi dimostra capacità e talento, e riesce a raggiungere gli obiettivi che si è prefissato”. E’una patologia abbastanza dannosa e grave e fa riferimento a tutte quelle persone che sminuiscono chi li supera per talento, capacità e carisma. 

Cosa ancora peggiore, non si fanno scrupoli a discriminarli o persino a tormentarli. 

E non è necessario che le persone vittime di questa invidia ricoprano un ruolo di spicco o apicale, anzi, chi soffre di questa Sindrome spesso e volentieri mette in atto una serie di strategie manipolatorie al fine di tenere in posizione di “low profile” la persona indicata come bersaglio di invidia.

La sindrome di Procuste dunque indica una permanente o pervasiva invidia degli altri, vissuti come un ostacolo al mantenimento del proprio ruolo o alla propria crescita aziendale e può agire in modo conscio (consapevole) o inconscio (inconsapevole).

Nel primo caso, questi capi cercano e riconoscono tra i “subordinati” chi tra loro potrebbe metterli in ombra e iniziano un piano preciso per limitarne l’iniziativa, la creatività e l’esposizione. Nelle circostanze più gravi, i meccanismi sono più subdoli e tendono sempre a forzare le circostanze per adeguare le persone al proprio modello.

Più o meno costantemente il nostro Procuste metterà in disparte il suo potenziale nemico, rendendogli difficile la vita lavorativa. In entrambi i casi, il clima aziendale ne risente tendendo a diventare teso e stressante.

 

Da una parte vi è, quindi, un soggetto che avverte sentimenti di disprezzo e di gelosia (celata o anche abbastanza evidente) nei confronti di un altro individuo colpevole solo di avere raggiunto posizioni professionali, sociali o personali che la prima persona reputa più avanzate, mentre dall'altra vi è una sorta di vittima che si ritrova in una posizione decisamente scomoda senza aver fatto nulla per meritare tanta ostilità gratuita.

 

Le persone con maggior talento, capacità, bellezza, successo o riconoscimento, quindi, vengono disprezzate e messe in difficoltà in tutti i modi.



Come riconoscere chi ne soffre

Chi soffre di queste sindrome vive la competitività non come uno stimolo a fare meglio ma strumento per sabotare l’altro.

Tendenzialmente non si fida di nessuno e cerca di imporre il proprio punto di vista e le proprie idee giudicando sempre in maniera negativa ciò che fanno gli altri. È incapace di riconoscere le qualità altrui che, al contrario, cerca di sminuire attraverso un profondo disprezzo e mezzi sleali.

Talvolta può essere difficile riconoscere una persona affetta da sindrome di Procuste, in quanto essa appare in pubblico come dotata di una forte autostima e di un sano egocentrismo. In realtà essa assume tratti patologici quando incontra una personalità a cui vorrebbe assomigliare e inizia a mettere in atto atteggiamenti persecutori o vessatori nei confronti della sua vittima.

 I soggetti che provano questa forma di invidia patologica si caratterizzano per:

  • livello di autostima molto basso o, viceversa, spiccato egocentrismo che maschera una personalità fragile;
  • forte insicurezza;
  • scarsa resistenza allo stress;
  • frustrazione e difficoltà a mantenere il controllo;
  • esagerata sensibilità emotiva;
  • suscettibilità;
  • rigidità e poca flessibilità;
  • grande difficoltà ad accettare i cambiamenti;
  • tendenza a manipolare le persone per ottenere dei vantaggi;
  • volontà di imporre il proprio punto di vista su quello degli altri;