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Detassare l'indennià  di specificità: la mossa del Governo per frenare l'esodo degli infermieri

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 05/09/2024 vai ai commenti

AttualitàGoverno

Il governo guidato da Giorgia Meloni è impegnato nelle ultime fasi della definizione della manovra finanziaria per il 2024, con una scadenza imminente: il piano strutturale per i prossimi cinque anni deve essere presentato a Bruxelles entro il 20 settembre. La sfida è duplice: garantire stime credibili e non sbagliare la previsione delle risorse, che dovranno sostenere un ambizioso programma di riforme.

L'ipotesi su cui lavora l'esecutivo è una legge finanziaria dal valore complessivo di 25-30 miliardi di euro. Tuttavia, una parte significativa di queste risorse risulta già "prenotata" per interventi strategici, come la riduzione del cuneo fiscale e la riforma dell'Irpef. Questi due capitoli potrebbero richiedere circa 18 miliardi di euro, riducendo lo spazio di manovra per ulteriori iniziative. La priorità data alla riduzione delle imposte sul lavoro risponde all'esigenza di rilanciare la crescita economica e il potere d'acquisto dei lavoratori, ma comporta un notevole impegno finanziario per lo Stato.

 

Piano straordinario per la sanità: 30mila assunzioni in tre anni

Nonostante le risorse limitate, il presidente del Consiglio vuole inviare un segnale forte anche sul fronte della sanità pubblica, settore particolarmente provato dalla pandemia e dalla cronica carenza di personale. Il governo sta studiando un piano straordinario che, come riportato da Il Sole 24 Ore, dovrebbe portare all'assunzione di 30mila tra medici e infermieri entro i prossimi tre anni. Questa misura rappresenta uno dei pilastri della futura legge di bilancio e si inserisce nell’obiettivo di rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), reso ancora più fragile dalle dimissioni di massa che hanno colpito il settore.

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, è determinato a invertire la tendenza che ha visto 25mila sanitari, tra medici e infermieri, lasciare il SSN tra il 2021 e il 2022. Il maxi piano di assunzioni sarebbe un vero toccasana per gli ospedali italiani, dove la carenza di personale rischia di compromettere seriamente la qualità dei servizi sanitari. Tuttavia, il progetto si scontra con due importanti ostacoli.

 

Le incognite del piano: coperture e attrattività

Il primo nodo da sciogliere riguarda le coperture finanziarie. Le prime stime indicano che servirà oltre un miliardo di euro, sebbene i costi verranno distribuiti su un triennio (2025-2027). Si tratta di una cifra significativa, che rende necessario individuare risorse aggiuntive o ridefinire alcune priorità di spesa nella manovra.

Il secondo ostacolo è legato all’effettiva realizzazione del piano delle assunzioni. In molte aree del Paese, i bandi per medici e infermieri rimangono deserti, segno di una scarsa attrattività delle posizioni offerte dal SSN rispetto alle alternative nel settore privato o all’estero, dove le retribuzioni sono mediamente più alte. Questo fenomeno ha già avuto un impatto pesante sugli organici ospedalieri, rendendo difficile garantire i livelli essenziali di assistenza. Il rischio concreto è che, anche con l’abolizione del tetto di spesa sul personale, non si riesca a coprire il fabbisogno previsto.

 

Incentivi fiscali per medici e infermieri

Per rendere più appetibili le posizioni nel settore pubblico, il ministro Schillaci ha in mente un’altra misura che sarà inserita nella manovra: l'introduzione di una flat tax al 15% sulle indennità di specificità per medici e infermieri. Questo provvedimento, che segue il modello della detassazione degli straordinari recentemente approvata nel decreto sulle liste d’attesa, mira a incrementare la busta paga dei professionisti sanitari, migliorando la competitività del SSN rispetto al mercato privato e internazionale.