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Medici ed infermieri aggrediti a Foggia, 20 indagati per la morte di Natascia Pugliese

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 18/09/2024 vai ai commenti

AttualitàCronache sanitarie

FOGGIA – Ventidue dipendenti del Policlinico di Foggia, tra medici e infermieri, sono ufficialmente indagati per la morte di Natascia Pugliese, una giovane di Cerignola deceduta il 4 settembre scorso nella sala operatoria del reparto di chirurgia toracica. La ragazza, ricoverata dal mese di giugno a seguito di un grave incidente stradale mentre era a bordo di un monopattino elettrico, ha perso la vita a causa di complicazioni durante un intervento chirurgico. A riportare la notizia è la Gazzetta del Mezzogiorno.

Il contesto clinico e l'autopsia
Natascia Pugliese, rimasta coinvolta in un incidente a Cerignola, era stata ricoverata per diversi mesi nel capoluogo. Il caso ha sollevato interrogativi sulle cause del decesso, e il PM Paola de Martino della Procura di Foggia avrebbe emesso un avviso di garanzia per venti operatori sanitari coinvolti nelle cure della giovane. Tale provvedimento, come sottolineato dai legali, è un "atto dovuto" in vista dell’esame autoptico, programmato per i prossimi giorni. L'autopsia sarà condotta dal professor Vittorio Fineschi e mira a chiarire le dinamiche e le responsabilità che hanno portato alla morte della paziente. Gli indagati avranno la possibilità di nominare consulenti di parte per assistere all’esame.

La reazione violenta dei familiari e l'aggressione ai medici
La morte di Natascia Pugliese ha scatenato una dura reazione da parte dei familiari. Pochi istanti dopo l'annuncio del decesso, i parenti hanno dato vita a una vera e propria spedizione punitiva contro il personale sanitario, con i medici e gli infermieri costretti a barricarsi in una stanza dell'ospedale. Non è un caso isolato. Negli ultimi mesi, infatti, diverse aggressioni ai danni di operatori sanitari sono state registrate non solo a Foggia, ma anche nella provincia, creando un clima di paura e insicurezza all'interno delle strutture ospedaliere.

La manifestazione dei sanitari e la risposta dell'Asl
In risposta all'episodio, ieri si è svolta una manifestazione davanti all'ingresso del Policlinico di Foggia, promossa dalle sigle sindacali Anaao Assomed e Cimo-Fesmed. All’iniziativa hanno aderito altre organizzazioni del mondo sanitario e civico. La protesta ha voluto sensibilizzare l'opinione pubblica e le autorità sulla necessità di maggiore tutela per il personale medico, spesso vittima di violenze verbali e fisiche nel pieno svolgimento del proprio lavoro.
Giuseppe Pasqualone, direttore generale del Policlinico Riuniti di Foggia, ha commentato la situazione, esprimendo piena fiducia nel personale medico e sanitario della struttura: "Questo è un atto dovuto, i magistrati stanno svolgendo le loro indagini, non c’è nulla di anomalo. Noi stessi come ospedale collaboriamo con la Procura per far luce sui fatti, ma il personale è sereno".

Un problema crescente: la violenza contro il personale sanitario
L'episodio di Foggia è solo l'ultimo di una serie di attacchi contro i lavoratori della sanità in Italia. Negli ultimi anni, le segnalazioni di aggressioni ai danni di medici e infermieri sono aumentate in modo esponenziale, tanto che il problema è diventato un tema centrale nel dibattito pubblico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. La stessa manifestazione di ieri a Foggia si colloca all'interno di un quadro nazionale più ampio, che richiede interventi strutturali per garantire la protezione di chi opera in prima linea.
Le istituzioni locali e nazionali sono ora chiamate a rispondere a una duplice sfida: da un lato, fare chiarezza sulle cause della morte di Natascia Pugliese; dall'altro, implementare misure concrete per prevenire ulteriori episodi di violenza negli ospedali.