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Isole minori. Dall’aumento stipendi ai sanitari al riconoscimento lavoro usurante. Le proposte M5S

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 08/10/2024 vai ai commenti

AttualitàGoverno

Una raccolta firme che ha visto la partecipazione di oltre 5.000 cittadini siciliani, tra cui molti operatori sanitari, ha portato all'attenzione delle istituzioni le gravi problematiche che affliggono il sistema sanitario del comprensorio tirrenico, con un focus su Lipari, Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto. La denuncia, presentata dal Movimento Cinque Stelle, evidenzia una situazione critica che mette a rischio il diritto alla salute di migliaia di cittadini, soprattutto nelle aree periferiche e insulari.

Lunghe liste d'attesa e costi privati
Una delle criticità più gravi segnalate riguarda le liste d'attesa per visite ed esami specialistici, che continuano a crescere senza sosta. Questo fenomeno sta spingendo sempre più cittadini a ricorrere a cure private, con costi elevati, poiché il sistema sanitario pubblico non è in grado di rispondere tempestivamente alla domanda di assistenza. Un esempio lampante è il pronto soccorso di Milazzo, che registra circa 150 accessi giornalieri, molti dei quali bypassano i medici di base, segnalando una scarsa efficienza nella gestione del territorio.

Un aumento della povertà e rinuncia alle cure
Nel 2023, il numero di cittadini indigenti nei territori del Tirreno è passato da circa 2.500 a 3.500. Questo incremento ha avuto un impatto diretto sulla salute pubblica, con un crescente numero di persone che rinuncia alle cure per mancanza di risorse. A Milazzo, due ambulatori gestiti da volontari presso parrocchie locali cercano di colmare questa lacuna, ma il loro intervento, per quanto prezioso, è insufficiente a fronteggiare il bisogno crescente di assistenza sanitaria.

Strutture inadeguate e sovraffollamento
La situazione del pronto soccorso di Milazzo è aggravata dalla chiusura del presidio ospedaliero di Barcellona Pozzo di Gotto e dall'assenza di un pronto soccorso pediatrico e ginecologico attivo 24 ore su 24. Questa carenza strutturale contribuisce al sovraffollamento delle strutture esistenti, con gravi ripercussioni sulla qualità dell'assistenza, in particolare per i casi più gravi (codici rossi), che necessitano di interventi tempestivi e adeguati.

Crisi del personale sanitario e medici "a Gettone"
Un altro elemento centrale della denuncia riguarda la grave carenza di personale medico specializzato. Nel 2023, solo 224 dei 945 posti disponibili per la specializzazione in medicina d'emergenza-urgenza sono stati coperti, con un tasso di assunzione del 24%. A ciò si aggiunge il fenomeno delle esternalizzazioni, con il crescente ricorso a medici "a gettone". I dati forniti dall'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) rivelano che dal 2019 al 2023, il sistema sanitario italiano ha speso 1,7 miliardi di euro per il ricorso a questi medici, sollevando dubbi sulla sostenibilità economica e sull'efficacia di tale pratica.

Mobilità sanitaria e fuga verso il Nord
L’interrogazione parlamentare evidenzia, inoltre, il fenomeno della "migrazione sanitaria", con sempre più siciliani costretti a spostarsi verso il centro e il nord Italia per ricevere cure mediche adeguate. La regione Sicilia spende ogni anno circa 300 milioni di euro per la mobilità sanitaria dei propri cittadini, una cifra che testimonia la gravità del problema e l’incapacità del sistema regionale di garantire cure efficienti sul territorio.

La Situazione nelle Isole Minori
Le problematiche sanitarie non si fermano alle aree tirreniche, ma si estendono anche alle isole minori come Ischia e Lipari. In queste realtà, la carenza di personale sanitario è accentuata dalla mancanza di incentivi economici legati all'insularità. Viene pertanto richiesto un potenziamento delle risorse umane, con un aumento degli stipendi per gli operatori sanitari che lavorano in queste zone, nonché la riattivazione di reparti e presidi sanitari chiusi negli ultimi anni.

Le Proposte del Movimento Cinque Stelle
L'interrogazione del Movimento Cinque Stelle si conclude con una serie di proposte concrete per affrontare questa crisi:
Riconoscere al personale operante nei pronto soccorso e nell'emergenza territoriale le indennità previste per i lavori usuranti.
Aumentare i salari degli operatori sanitari nelle isole minori.
Impiegare medici con specializzazioni equipollenti o affini nei pronto soccorso, sia full-time che part-time.
Inserire gli specializzandi al terzo anno nelle dotazioni organiche dei pronto soccorso, con benefici economici, per migliorare l’assistenza.
Il Movimento sollecita il governo a intervenire con urgenza, adottando misure normative adeguate per rispondere a queste criticità e garantire il rispetto del diritto costituzionale alla salute per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro residenza.