Professioni Sanitarie in Italia: tra calo domande e nuove opportunità per i giovani - Report 2024
L’edizione 2024 del report sui corsi di laurea delle professioni sanitarie, stilata dal Professore Angelo Mastrillo, Docente in Organizzazione delle Professioni Sanitarie, Università di Bologna, Segretario della Conferenza Nazionale dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie, presentata il 9 novembre presso l’Università di Foggia, delinea un quadro complesso e articolato. Da un lato si registra un calo delle domande di ammissione, dall’altro un incremento dell’offerta formativa e l’introduzione di nuove figure professionali. Questo scenario evidenzia la necessità di ripensare la pianificazione dei percorsi formativi e di orientamento per rispondere efficacemente alle richieste del mercato del lavoro e alle esigenze di salute della popolazione.
Un sistema in evoluzione: tra calo delle domande e aumento dei posti disponibili
Nel confronto con l’anno accademico precedente, le domande per i corsi di laurea triennali delle professioni sanitarie sono diminuite del 3,8%, scendendo da 66.686 a 64.139. Anche per i corsi di laurea magistrale si osserva un calo significativo del 9,6%, con le domande che passano da 15.461 a 13.983. Nonostante questa riduzione, i posti disponibili sono aumentati del 3,3%, raggiungendo 35.592 posti, una crescita che segna un incremento rispetto ai 34.453 dello scorso anno.
Questa tendenza porta a una riduzione del rapporto domande/posto, passato da 2,2 nel 2022 a 1,8 nel 2024. Questo indicatore mette in luce un ridimensionamento dell’attrattività dei corsi sanitari, pur restando competitivi, con un numero di candidati che supera ancora la disponibilità di posti. I corsi di fisioterapia, osteopatia, logopedia e ostetricia restano tra i più ambiti, con il rapporto domanda/posto che raggiunge livelli elevati, rispettivamente di 6,6, 4,8, 4,2 e 4,1. Altri percorsi, come infermieristica e tecniche di prevenzione, invece, vedono un minore afflusso di candidati.
Nuove attivazioni e riforme dei corsi: la risposta delle università alle esigenze sanitarie
L’offerta formativa si espande con l’attivazione di 19 nuovi corsi di laurea in diverse università italiane, includendo corsi di Dietista presso le Università di Trieste e Ancona, Logopedista all’Università di Foggia, e Ostetrica a Catanzaro. L’introduzione dell’Osteopata come professione sanitaria rappresenta una novità importante: regolamentato con Decreto Ministeriale nel 2023, l’osteopatia entra ufficialmente a far parte dei percorsi universitari, con corsi attivati nelle Università di Verona e Firenze.
In termini di distribuzione geografica, l’Università di Milano Statale si distingue con il maggior numero di corsi attivati (22), seguita dall’Università di Roma Sapienza (21) e da altre sedi come Roma Tor Vergata e Genova, con una media di 10 corsi per ateneo su scala nazionale. Questo potenziamento della rete formativa intende rispondere alle necessità territoriali, ma anche promuovere figure emergenti nei servizi di cura e prevenzione.
Ripartizione dei posti per regione: una geografia delle opportunità di formazione
Il report mette in luce differenze significative nell’assegnazione dei posti per le professioni sanitarie tra le diverse regioni italiane. Lazio, Sicilia e Veneto registrano aumenti importanti, con rispettivamente +5%, +8,4% e +5,5% nei posti disponibili, trainate anche dall’apertura di nuovi corsi. Al contrario, regioni come Molise e Emilia-Romagna vedono una contrazione nell’offerta, rispettivamente del -12,9% e -1,6%. Queste variazioni rispecchiano le diverse esigenze sanitarie e demografiche locali, influenzate anche dalla disponibilità di strutture ospedaliere e di percorsi di tirocinio nelle singole regioni.
La situazione occupazionale: prospettive e sfide per i neolaureati
Il report AlmaLaurea del 2022 offre una panoramica sull’occupazione dei laureati nelle professioni sanitarie, evidenziando come queste rimangano tra le più richieste nonostante un leggero calo dell’occupazione, passato dal 78,5% del 2021 al 76,8% del 2022. Confrontando i dati degli ultimi 16 anni, si osserva una diminuzione generale dell’occupazione del 10,2% dal 2007 ad oggi, ma le professioni sanitarie continuano a collocarsi tra le aree con migliori prospettive lavorative. Alcuni profili, come fisioterapista, tecnico di neurofisiopatologia e igienista dentale, vantano tassi di occupazione superiori alla media, rispettivamente con il 80,5%, 81% e 80,7%. L’area sanitaria mantiene, dunque, un primato nei livelli occupazionali, ma con alcune fluttuazioni che richiedono un costante monitoraggio del mercato del lavoro.
Criticità e prospettive per il futuro
Il report solleva anche alcune criticità riguardo alla copertura dei fabbisogni: il Ministero dell’Università ha bandito 35.584 posti, un numero inferiore ai 43.515 posti richiesti dalla Conferenza Stato-Regioni, con una carenza di oltre 7.900 posti, concentrata prevalentemente nei profili infermieristici. Tra le professioni più carenti figurano educatore professionale, terapista occupazionale e tecnico audiometrista, mentre si registrano surplus di offerta formativa per dietisti, tecnici di radiologia e tecnici di neurofisiopatologia.
Questa discrepanza mette in luce la necessità di una programmazione formativa più precisa, che possa bilanciare la domanda regionale e nazionale, allineando l’offerta formativa con le proiezioni di crescita occupazionale.