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Toscana, approvata la legge sul fine vita: ecco cosa prevede

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 12/02/2025

AttualitàCronache sanitarie

 

La Toscana entra nella storia come la prima Regione italiana ad approvare una legge sul fine vita. Il Consiglio regionale ha dato il via libera alla proposta di legge di iniziativa popolare che stabilisce procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito, in conformità con la sentenza della Corte Costituzionale 242 del 2019. Il provvedimento ha ricevuto il sostegno di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Gruppo Misto-Merito e Lealtà, mentre Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega hanno espresso voto contrario. Da segnalare l'astensione della consigliera Pd Lucia De Robertis.

La genesi della legge: iniziativa popolare e dibattito legislativo

La proposta di legge, sostenuta dall'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, è stata presentata il 14 marzo 2024 con il supporto di oltre 10mila firme autenticate. Dopo il passaggio in Commissione Sanità, il testo è stato affinato per garantire la conformità con il quadro normativo vigente e con la competenza concorrente delle Regioni in materia sanitaria.

Enrico Sostegni (Pd), presidente della Commissione Sanità, ha illustrato in aula le finalità del provvedimento, sottolineandone la natura meramente organizzativa. "Fino ad oggi, l’assenza di un quadro normativo nazionale ha costretto le Aziende sanitarie a muoversi in autonomia. Ora, con questa legge, uniformiamo le procedure su tutto il territorio regionale, garantendo un’assistenza omogenea ai pazienti che ne fanno richiesta" ha dichiarato Sostegni.

Il contesto giuridico: il ruolo della Corte Costituzionale

La questione del fine vita in Italia è stata più volte oggetto di intervento da parte della Corte Costituzionale, che con le sentenze 242 del 2019 e 135 del 2024 ha riconosciuto la possibilità di accedere al suicidio medicalmente assistito in presenza di precisi requisiti. In assenza di una legge nazionale, le decisioni della Consulta hanno rappresentato il principale riferimento normativo, con le Aziende sanitarie chiamate a garantire l’applicazione caso per caso.

Cosa prevede la legge toscana

Il testo approvato definisce i criteri e le procedure per accedere al suicidio medicalmente assistito, stabilendo che:

  • I costi per medicinali e attrezzature, finora a carico dei familiari, saranno coperti dal Sistema Sanitario Regionale come prestazione extra-LEA.

  • La volontarietà del personale medico e sanitario è garantita lungo tutte le fasi dell’iter.

  • Sarà istituita una Commissione medica multidisciplinare presso le Aziende sanitarie locali per valutare le richieste.

  • La procedura si concluderà entro un massimo di venti giorni dall’avvio dell’iter.

  • I criteri di accesso includono: patologia irreversibile con sofferenze insopportabili, dipendenza da trattamenti di sostegno vitale, piena capacità decisionale del paziente e volontà libera e inequivocabile.

Le reazioni: tra favore e opposizione

L’approvazione della legge ha suscitato reazioni contrastanti. Tra i principali sostenitori, Filomena Gallo, segretaria dell'Associazione Luca Coscioni, ha dichiarato: "Questa è una legge di civiltà, che impedirà il ripetersi di casi di persone costrette ad attendere per mesi o anni in condizioni di sofferenza insopportabile. Il nostro obiettivo è estendere la legge 'Liberi Subito' a tutte le Regioni italiane".

Sul fronte opposto, il cardinale Paolo Augusto Lojudice, presidente della Conferenza Episcopale Toscana, ha definito l’approvazione del provvedimento "una sconfitta per tutti", ribadendo l’impegno della Chiesa nel sostenere le persone fragili e promuovere cure palliative.

Duro anche il commento di Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus: "Questa legge è barbara e disumana, porterà alla 'morte di Stato' di migliaia di persone fragili, anziane e malate. Chiediamo al governo di impugnare il provvedimento per incostituzionalità".

Un precedente per l’Italia?

L’iniziativa toscana potrebbe aprire la strada ad altre Regioni, ma il dibattito sul fine vita resta acceso. In passato, proposte simili sono state bocciate in Veneto, Lombardia e Piemonte. Resta da vedere se il governo nazionale deciderà di intervenire per regolare la materia in modo uniforme su tutto il territorio italiano.

Nel frattempo, in Toscana il fine vita è già una realtà, con una legge destinata a fare scuola nel dibattito etico e giuridico del Paese.