TFR anticipato dopo 8 anni anche per i dipendenti pubblici? Il governo apre alla proposta Durigon
Roma – Un passo avanti verso l’equiparazione tra lavoratori pubblici e privati in materia di trattamento di fine rapporto (TFR). Il ministero del Lavoro ha annunciato la volontà di introdurre la possibilità di accesso anticipato alla liquidazione anche per i dipendenti pubblici, purché vi siano comprovate e rilevanti motivazioni.
L’impegno è stato confermato dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, nel corso di un question time in Commissione Lavoro alla Camera, rispondendo a una sollecitazione parlamentare che ha evidenziato la disparità di trattamento tra settore pubblico e privato.
Un divario normativo da colmare
Attualmente, la disciplina del TFR per i dipendenti pubblici è regolata dal DPCM 20 dicembre 1999, che non prevede alcuna forma di anticipo sulla liquidazione maturata. Al contrario, ai lavoratori del settore privato, grazie all’articolo 2120 del Codice Civile, è concessa la possibilità di chiedere un’anticipazione fino al 70% del TFR maturato dopo almeno otto anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro.
Questa possibilità è riservata a specifiche esigenze, come il sostegno a spese sanitarie per terapie e interventi straordinari, oppure per l’acquisto della prima casa per sé o per i propri figli. Una flessibilità che i dipendenti pubblici, invece, non hanno, nonostante abbiano anch’essi bisogno di strumenti per affrontare spese urgenti e impreviste.
L’apertura del ministero e il nodo delle coperture finanziarie
Rispondendo all’interrogazione parlamentare, Durigon ha riconosciuto la necessità di armonizzare la disciplina pubblico-privato e ha confermato che il ministero sta lavorando a una possibile riforma normativa in tal senso. Tuttavia, il sottosegretario ha sottolineato che il riconoscimento dell’anticipo del TFR nel pubblico impiego dovrà avvenire garantendo la sostenibilità finanziaria del provvedimento.
A tal proposito, il ministero è già in interlocuzione con il MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) per individuare le risorse necessarie a compensare gli oneri derivanti da questa misura. Un passaggio cruciale, considerato che l’eventuale anticipo del TFR per i dipendenti pubblici comporterebbe un esborso finanziario significativo per le casse dello Stato.
Il TFS è il trattamento di fine servizio che viene erogato al dipendente pubblico che cessa la sua attività al servizio della pubblica amministrazione. Se il dipendente è stato assunto a tempo indeterminato prima del 1° gennaio 2001 sarà in regime di TFS, se assunto a tempo indeterminato dopo tale data, invece, sarà in regime di TFR, trattamento di fine rapporto. Che differenze ci sono?
TFS e TFR la differenza
Le similitudini tra TFR e TFS si limitano alla funzione dei due istituti e alla nomenclatura. In definitiva, entrambi, servono a dare una liquidità al lavoratore che cessa un rapporto di lavoro. Ma si tratta di due trattamenti che hanno anche molte differenze, soprattutto per quel che riguarda il calcolo dell’importo spettante.
TFR, cosa è?
Il TFR, trattamento di fine rapporto, ha un carattere di retribuzione differita. Spetta a tutti i dipendenti del settore privato e a quelli del pubblico impiego assunti a tempo indeterminato a partire dal 1 gennaio 2001. Il TFR viene calcolato con la somma delle retribuzioni lorde annue (comprensive di tredicesima ed eventuale quattordicesima). Il risultato che si ottiene va diviso per 13,5 e sottratto dal contributi INPS (0,5%). La somma ottenuta va, poi, rivalutata con gli indicatori ISTAT anno per anno.
TFS cos’è
Il trattamento di fine servizio è un importo che viene riconosciuto al dipendente come indennità per la cessazione del rapporto di lavoro e spetta solo ai dipendenti pubblici assunti a tempo indeterminato prima del 2001. A differenza del TFR, il TFS si calcola solo sull’ultima retribuzione annua percepita dal dipendente pubblico. Il calcolo del TFS si ottiene prendendo in considerazione l’80% di un dodicesimo dell’ultima retribuzione annua moltiplicata, poi, per gli anni di servizio prestati.
Appare chiaro che a livello di importo è molto più conveniente il TFS, visto che il calcolo, basandosi sull’ultima retribuzione che notoriamente è quella più alta, restituisce quasi sempre un importo maggiore rispetto a quello del TFR.
Per i tempi di erogazione, invece, sia TFR che TFS nel pubblico impiego non seguono le stesse attese.
È impossibile per i dipendenti pubblici richiedere un’anticipazione del TFS/TFR
Il Testo unico delle norme sulle prestazioni previdenziali a favore dei dipendenti civili e militari dello Stato difatti, vieta esplicitamente la possibilità di ottenere l’anticipo del Tfs/TFR stabilendo al riguardo che non è possibile corrispondere acconti; questo perché il TFS è accantonato figurativamente e viene liquidato solo al momento della cessazione dal servizio.
Anticipo TFS/TFR dipendenti privati
L’anticipo del TFS/TFR è un diritto che spetta ai dipendenti privati con almeno 8 anni di anzianità lavorativa ed in presenza di giustificati motivi.
Giustificati motivi:
- Acquisto prima casa per il dipendente o per il figlio maggiorenne. La richiesta può essere avanzata una sola volta.
- Spese sanitarie sostenute o sa sostenere per il dipendente stesso o per un familiare a carico. Le spese devono essere riconosciute dalle competenti strutture pubbliche. In questo caso l’anticipo può essere richiesto più di una volta.
- Spese per lavori condominiali o ristrutturazione
- Spese da sostenere in periodi congedo parentale
- Costruzione in proprio della prima casa
- Partecipazione a cooperativa
- Acquisto nuova casa e vendita della posseduta, dimostrando che il ricavato della vendita sia servito per l’acquisto del nuovo appartamento.
Alla quiescenza del dipendente, per quanto riguarda il lavoratore privato, ha diritto al pagamento del Tfr maturato ed è pagato anche in 30 giorni, mentre si sale a 4 mesi in aziende sotto i 50 dipendenti. Il lavoratore del pubblico impiego deve aspettare 4-5 anni, a tempi differenti secondo il tipo di cessazione del rapporto e i pagamenti vengono rateizzati secondo l'importo maturato con ritardi di un anno se la cifra supera i 50 mila euro e di due se supera i 100 mila.