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Medicina: il numero chiuso resta. Ecco come si potrà accedere dal prossimo anno accademico

Maria Luisa Astadi
Maria Luisa Asta
Pubblicato il: 19/03/2025

FormazioneProfessione e lavoro

Riforma del numero chiuso: il governo cambia le regole per l’ingresso a Medicina. Un semestre aperto a tutti sostituirà il tradizionale test. Graduatorie basate sui risultati ottenuti e corsi propedeutici obbligatori.

Dal 2025 il tradizionale test d’ingresso a Medicina e Chirurgia sarà archiviato. Con una riforma strutturale, il governo introduce un nuovo sistema di selezione per l’accesso alla facoltà di Medicina, eliminando il quiz a risposta multipla e sostituendolo con un semestre iniziale aperto a tutti, al termine del quale solo chi avrà superato esami e ottenuto un certo numero di crediti potrà accedere al secondo semestre. Si tratta di una svolta storica, che supera l’impianto vigente da oltre vent’anni, pur mantenendo la logica del numero programmato.

Il semestre “filtro”: come funzionerà

A partire dall’anno accademico 2025-2026, tutti gli studenti interessati potranno iscriversi liberamente al primo semestre del corso di laurea in Medicina. Durante questo periodo, frequenteranno corsi specifici e dovranno sostenere esami. L’ammissione al secondo semestre dipenderà dai risultati ottenuti e dalla posizione in una graduatoria basata sui crediti acquisiti. In pratica, il numero chiuso non sarà abolito, ma spostato più avanti nel tempo: la selezione non avverrà più prima dell’inizio degli studi, ma durante il percorso stesso.

Gli studenti che non riusciranno a superare la selezione avranno una seconda possibilità: potranno ripetere il semestre “filtro”, migliorare la propria preparazione e ritentare. Questo meccanismo di recupero è pensato per evitare l’esclusione definitiva e permettere una selezione basata sulle reali capacità dimostrate nello studio universitario, non su una singola prova standardizzata.

Le parole della ministra Bernini: “Non è uno slogan”

La riforma è stata illustrata dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, nel corso di un question time in Commissione Istruzione alla Camera, rispondendo a un’interrogazione della deputata dem Irene Manzi. “Il nuovo avvio supera definitivamente il numero chiuso al primo semestre, non l’abolizione del numero chiuso”, ha precisato Bernini. “È stato ritenuto uno slogan, ma non è così e il decreto legislativo lo confermerà. Il semestre aperto è un percorso reale di apprendimento, progressivo e sostenibile. Non sarà una riforma a costo zero: stanzieremo 328 milioni di euro aggiuntivi nel Fondo di finanziamento ordinario e risorse dedicate agli atenei con facoltà di Medicina. I test a crocette sono definitivamente aboliti”.

Nuove regole: corsi preparatori, scelta di una seconda facoltà e crediti trasferibili

Secondo le anticipazioni pubblicate da Italia Oggi, i decreti legislativi attuativi definiranno nel dettaglio il funzionamento del nuovo sistema. Non ci sarà più un’unica prova nazionale in un solo giorno, ma più sessioni distribuite durante l’anno, in modo da diluire la pressione sui candidati e favorire una valutazione più equilibrata.

Gli studenti saranno inoltre obbligati a indicare una seconda opzione tra le facoltà affini (come Biotecnologie, Farmacia o Scienze biologiche), da frequentare in caso di mancata ammissione a Medicina. I crediti maturati nel semestre iniziale potranno essere trasferiti verso questi corsi alternativi, evitando così la dispersione e facilitando la prosecuzione degli studi.

Per supportare gli studenti nella preparazione, le università organizzeranno corsi propedeutici specifici, volti a far familiarizzare gli iscritti con il nuovo metodo di selezione e con le prove che dovranno affrontare.

Incentivi e tirocini: contrastare la carenza di medici

Un altro obiettivo della riforma è ridurre la carenza di personale medico, in particolare nelle regioni con maggior fabbisogno sanitario. A tal fine, i decreti prevederanno incentivi per gli studenti che sceglieranno di iscriversi in atenei situati in queste aree. Si punta così a riequilibrare la distribuzione degli iscritti e, in prospettiva, dei professionisti sul territorio.

La formazione pratica sarà inoltre rafforzata già nei primi anni del percorso universitario, con l’introduzione di tirocini ospedalieri e attività sul campo, per rendere l’apprendimento più concreto e orientato alla professione.

Tempi e risorse: attuazione entro il 2025

Il governo mira a completare l’iter di approvazione dei decreti legislativi entro la fine del 2025, per consentire la piena attuazione della riforma a partire dal successivo anno accademico. La nuova impostazione coinvolgerà circa 70 mila candidati, tanti sono in media gli aspiranti medici ogni anno.