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Mai più impreparati: l’Oms vara l’Accordo Globale per affrontare le pandemie

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 21/05/2025

Estero

Dopo tre anni di trattative, nasce un trattato vincolante per affrontare le pandemie. Italia tra gli 11 Paesi che si sono astenuti.

GINEVRA. Dopo tre anni di negoziati intensi, l’Assemblea Mondiale della Sanità ha approvato il primo Accordo Pandemico Globale: un trattato internazionale, vincolante sul piano giuridico, per prevenire e gestire future pandemie attraverso cooperazione, equità e trasparenza. L’obiettivo? Evitare gli errori commessi durante l’emergenza Covid-19, promuovendo l’accesso universale a vaccini, cure e tecnologie salvavita. Ma l’Italia ha deciso di non votare. E si è astenuta, al pari di Russia, Iran, Israele e altri otto Paesi.

Il trattato, articolato in 35 articoli, è il frutto di un percorso avviato nel dicembre 2021 dopo l’impatto devastante della pandemia sui sistemi sanitari mondiali. Nella plenaria del 20 maggio 2025, 124 delegazioni hanno approvato l’accordo senza voti contrari, ma con 11 astensioni. Tra queste, anche quella dell’Italia. Una scelta che ha già sollevato polemiche e reazioni politiche, sanitarie e scientifiche.

Il Direttore Generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha definito l’accordo “una vittoria per la salute pubblica, la scienza e l’azione multilaterale”, ribadendo che “nessun Paese dev’essere lasciato solo di fronte alle minacce pandemiche”.

Cosa prevede l’Accordo pandemico
I punti chiave dell’intesa mirano a rafforzare la preparazione globale, ridurre le disuguaglianze e tutelare la salute collettiva:

  • Sistema PABS: un meccanismo multilaterale per la condivisione rapida di agenti patogeni e dei benefici derivanti dalla ricerca scientifica. In caso di pandemia, il 20% della produzione di vaccini dovrà essere destinato all’Oms (metà in donazione, metà a prezzo calmierato).

  • Produzione locale: sviluppo di impianti in ogni continente, per evitare la concentrazione industriale e assicurare una distribuzione più equa.

  • One Health: principio guida che collega salute umana, animale e ambientale per prevenire nuove zoonosi.

  • Personale sanitario: investimento nella formazione, protezione e valorizzazione del personale, con attenzione alla “fuga di cervelli” dai Paesi a basso reddito.

  • Comunicazione scientifica: strategia globale contro la disinformazione, per garantire una comunicazione pubblica chiara e basata sull’evidenza.

  • Logistica e approvvigionamento: rete globale coordinata dall’Oms per garantire forniture mediche tempestive.

  • Supporto economico ai Paesi fragili: meccanismi di finanziamento per aiutare le nazioni con risorse limitate.

Sovranità nazionale tutelata, nessun potere coercitivo all’Oms
Uno dei punti più dibattuti riguarda la sovranità degli Stati. L’accordo chiarisce esplicitamente che nessun potere coercitivo viene conferito all’Oms. Non potranno essere imposti lockdown, vaccinazioni obbligatorie o restrizioni ai viaggi: ogni decisione resta in capo ai singoli Stati. Tuttavia, si chiede di agire in maniera coordinata, secondo standard condivisi.

Una Conferenza delle Parti vigilerà sull’applicazione dell’accordo, con incontri regolari e report nazionali obbligatori. Il Segretariato Oms avrà un ruolo di supporto e non di comando.

Una sfida per la sanità pubblica e per i professionisti sanitari
Per gli infermieri e per tutto il personale sanitario, l’accordo rappresenta un’opportunità per ottenere finalmente riconoscimento, investimenti e protezione, dopo anni in prima linea. Ma la sua reale efficacia dipenderà dalla volontà dei governi di applicarlo con urgenza e coerenza. Anche l’Italia dovrà presto decidere da che parte stare: quella della cooperazione globale, o dell’isolamento politico e sanitario.