Ospedali: stop ai vecchi disinfettanti, clorexidina ‘gold standard' per salvare vite
13 settembre 2025
Dal 31 agosto 2025 è entrata in vigore negli ospedali italiani una nuova normativa che prevede l’utilizzo esclusivo di specialità medicinali per la disinfezione (antisepsi) della cute integra prima di procedure sanitarie, fondamentale per la prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza (ICA). Questa normativa, introdotta dal Decreto direttoriale del Ministero della Salute del 29 marzo 2023 e in linea con il Regolamento europeo sui biocidi, sostituisce le autorizzazioni precedenti sui presidi medico-chirurgici con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza dei pazienti.
Massimo Sartelli, presidente della Società Italiana Multidisciplinare per la Prevenzione delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie (SIMPIOS), sottolinea che il decreto rappresenta "un passo avanti importante per la sicurezza dei pazienti" e che la sfida è ora "garantire una transizione sostenibile per il sistema sanitario, senza mai perdere di vista l’obiettivo primario: ridurre le infezioni e proteggere i pazienti". Sartelli evidenzia che "ogni accesso medico-chirurgico deve essere sempre preceduto da un’accurata disinfezione della ‘porta d’ingresso’ per evitare la contaminazione del dispositivo medico da parte della flora microbica residente e prevenire il rischio infettivo". In particolare, "la clorexidina è una molecola sicura ed efficace, cardine dell’antisepsi da decenni", anche se in questa fase si registra una ridotta disponibilità di soluzioni alcoliche a base di clorexidina al 2%, considerate il "gold standard". Tuttavia, "le soluzioni alcoliche di clorexidina con concentrazioni inferiori al 2% sono un’alternativa efficace e sicura per specifici setting e profili di rischio dei pazienti".
Il decreto ha importanti implicazioni anche per gli infermieri, come sottolinea Claudio Buttarelli, presidente dell’Associazione Infermieri di Camera Operatoria (AICO): “Gli infermieri hanno un ruolo chiave nella prevenzione delle infezioni chirurgiche, che riguarda sia la preparazione pre-operatoria, sia l’educazione del paziente a una maggiore cura di sé dopo la dimissione. ”Buttarelli osserva che la normativa richiede di "aggiornare le competenze e di seguire le buone pratiche basate sulle evidenze, in un’ottica di responsabilità continua verso i pazienti e il sistema sanitario". L’AICO sta inoltre lavorando a Linee guida rivolte agli infermieri di sala operatoria per "orientare alla scelta degli antisettici più idonei". La clorexidina in soluzione alcolica resta il prodotto di riferimento per l’antisepsi preoperatoria, con studi che confermano la pari efficacia di diverse concentrazioni dallo 0,5% al 2%. L’obiettivo è consentire "l’applicazione del decreto coniugando sicurezza, efficienza e sostenibilità", importante anche per ridurre l’impatto ambientale degli interventi assistenziali.
La prevenzione delle infezioni ospedaliere passa anche dal miglioramento degli standard igienico-sanitari e dal rafforzamento delle pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni (IPC, Infection Prevention and Control), in cui gli infermieri hanno un ruolo centrale. L’OMS e altre istituzioni sanitarie evidenziano che la presenza di infermieri specializzati nella prevenzione delle infezioni e l’installazione di dispenser alcolici per l’igiene rappresentano misure chiave per ridurre contaminazioni e infezioni. Pratiche essenziali come il lavaggio delle mani, l’uso corretto dei dispositivi di protezione individuale, la sterilizzazione degli strumenti e la disinfezione degli ambienti ospedalieri sono parte integrante delle responsabilità infermieristiche quotidiane. La formazione continua del personale infermieristico è fondamentale per mantenere alta l’attenzione e aggiornare le competenze nel controllo del rischio infettivo.
Dal punto di vista organizzativo e medico-legale, Gianfranco Finzi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Medici delle Direzioni Ospedaliere (ANMDO), evidenzia che le strutture sanitarie devono dotarsi di protocolli operativi chiari e vigilare sulla loro corretta applicazione, a tutela dei pazienti e degli stessi professionisti. Come ha ricordato Finzi, "la Corte di Cassazione ha precisato che, in caso di contenzioso per infezione correlata all’assistenza, le strutture sanitarie hanno l’onere di dimostrare di aver adottato tutte le cautele previste dalla normativa e applicato correttamente i protocolli di prevenzione". Questo riduce la discrezionalità del singolo operatore e rafforza la responsabilità organizzativa, richiedendo investimenti in formazione e un cambiamento culturale tra medici e infermieri.
La nuova normativa rappresenta una sfida e un’opportunità per gli infermieri italiani: un’occasione per consolidare il proprio ruolo fondamentale nella prevenzione delle infezioni ospedaliere tramite competenze aggiornate, buon uso degli antisettici come la clorexidina, formazione continua e applicazione rigorosa delle linee guida, a tutela della salute dei pazienti e della sostenibilità del sistema sanitario. Infatti, fino al 70% delle infezioni ospedaliere può essere prevenuto con pratiche corrette, dove il ruolo infermieristico è imprescindibile, sia sul piano clinico che educativo e organizzativo