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Carenza di anestesisti in Giappone: infermieri e ingegneri clinici rivoluzionano le sale operatorie

Giuseppe Provinzanodi
Giuseppe Provinzano
Pubblicato il: 06/09/2025

Professione e lavoroStudi e analisi

05/09/2025

Come il Paese affronta la carenza di anestesisti con un esercito di infermieri e ingegneri clinici specializzati. Una revisione narrativa esplora vantaggi, criticità e il panorama formativo variegato.

Un società che invecchia, un numero di interventi chirurgici in costante aumento e una cronica carenza di anestesisti medici. Questa è la sfida che il Giappone sta affrontando da anni nel campo dell'assistenza perioperatoria. La risposta non è stata cercata in un impossibile aumento massiccio del numero di medici, ma in una riorganizzazione radicale del lavoro in sala operatoria: il task-shifting, ovvero la delega di compiti specifici dell'anestesista a personale non medico altamente specializzato. Una revisione narrativa pubblicata su Cureus fa il punto su questo modello unico al mondo.

Una Torre di Babele delle Certificazioni

La prima evidenza che emerge dalla review è la straordinaria complessità e varietà dei percorsi formativi e di certificazione per gli operatori non medici che affiancano l'anestesista. Le figure principali sono due: gli infermieri e gli ingegneri clinici.

Per gli infermieri esistono almeno cinque percorsi differenti, sintetizzati nella Tabella 1:

 
Anno di fondazione Infermieri formati in atti medici specifici Infermiere di perianestesia (PAN) Infermiere specializzato (NP) Infermiere certificato (CN) Infermieri del team di gestione perioperatoria
  2015 2010 2008 2005 2014
Organizzazione dell'istituzione Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare Società giapponese per l'infermieristica e la medicina perianestesiologica Facoltà di infermieri specializzati dell'organizzazione giapponese Associazione infermieristica giapponese Società giapponese di anestesiologia
Istituto di formazione 289 istituti designati (pacchetto anestesia: 140 istituti) 6 scuole di Master 19 scuole di Master 1 istituzione Accademia giapponese di infermieristica perioperatoria
Periodo di formazione Variabile 2 anni (laurea magistrale) 2 anni (laurea magistrale) 1 anno Non applicabile
Formazione in anestesia Nessuno ○ (Completa) △ (Parziale) △ (Parziale) △ (Parziale)
Atti medici specifici ○ (Inclusi) ○ (Inclusi) ○ (Inclusi) ○ (Inclusi) Nessuno
Numero di certificati 8.820 (di cui 852 per anestesia) 72 984 787 2.063

Tabella 1: Panoramica dei programmi di formazione per infermieri che forniscono assistenza anestesiologica in Giappone. (○ = Include, △ = Include in parte, ma non in modo sufficiente). Fonte: Yoshida et al., Cureus 2024.

Il problema? Solo il percorso PAN (Perianesthesia Nurse) fornisce una formazione post-laurea completa e specifica in anestesia. Gli altri programmi includono competenze legate all'anestesia in misura variabile e non sempre sufficiente, creando un panorama disomogeneo.

Il programma ministeriale degli "Atti Medici Specifici" è il più numeroso e consente agli infermieri di eseguire 38 atti avanzati in 21 categorie, come da Tabella 2. Tra questi, 8 atti sono rilevanti per il "pacchetto di gestione dell'anestesia intraoperatoria".

 
Categoria Atti Medici (Esempi selezionati)
Respiratorio Posizionamento tubi intubazione, modifica impostazioni ventilatore, svezzamento ventilazione meccanica*
Analisi gas nel sangue Prelievo sangue arterioso, posizionamento cateteri arteriosi
Circolatorio Gestione pacemaker temporanei, dispositivi circolazione assistita
Gestione dolore Somministrazione/regolazione analgesici via cateteri epidurali*
Somministrazione farmaci Regolazione infusioni continue (antipertensivi, catecolamine, elettroliti, liquidi con glucosio*))
Altro Gestione drenaggi, ferites, cateteri venosi centrali

Tabella 2: Esempi di Atti Medici Specifici che gli infermieri possono eseguire dopo formazione ministeriale. *Atti inclusi nel pacchetto per anestesia intraoperatoria. Fonte: Ministero della Salute giapponese (MHLW).

Tuttavia, è cruciale notare che questa formazione non include contenuti sulla gestione dell'anestesia stessa, come farmacologia, fisiopatologia o gestione delle crisi.

Gli Ingegneri Clinici in Sala Operatoria

Accanto agli infermieri, una figura peculiare del sistema giapponese è quella dell'Ingegnere Clinico Assistente Anestesista (CEAA). Formati con corsi interni di 6-12 mesi, questi professionisti si occupano della preparazione delle apparecchiature, del monitoraggio dei segni vitali e, sotto supervisione, della modifica delle impostazioni dei ventilatori e della regolazione dei farmaci. Anche per loro esiste una certificazione PMT specifica, ottenuta da 269 ingegneri.

Vantaggi, Criticità e la Questione della Sicurezza

Il vantaggio principale di questo modello è chiaro: alleggerire il carico di lavoro degli anestesisti, permettendo loro di dedicarsi ad attività più complesse e riducendo il burnout. Tuttavia, le criticità sono numerose:

  1. Mancanza di Standardizzazione: L'eterogeneità della formazione solleva interrogativi sulla reale preparazione di tutti gli operatori.

  2. Carenza di Evidenze: Mancano studi robusti che dimostrino l'impatto di questo task-shifting sulla sicurezza del paziente. I pochi dati disponibili sono preliminari e non conclusivi.

  3. Doppia Carenza: Molti ospedali soffrono anche di carenza di infermieri e ingegneri clinici, rendendo difficile implementare questo modello.

  4. Onere e Ansia: Il carico di responsabilità e lo stress per gli operatori non medici che svolgono compiti ad alto rischio sono fattori da non sottovalutare.

Cosa Impara l'Italia da questo Modello?

Il caso giapponese è un enorme esperimento naturale di riorganizzazione delle competenze in sanità. Insegna che il task-shifting non è un semplice "fare i compiti dell'anestesista", ma richiede:

  • Formazione standardizzata e rigorosa (come nel modello PAN).

  • Un chiaro inquadramento giuridico delle responsabilità.

  • Investimenti in ricerca per valutarne l'efficacia e la sicurezza a lungo termine.

  • Una regia nazionale che eviti il proliferare di certificazioni non omogenee.

La strada giapponese è affascinante e necessaria per quel contesto, ma dimostra che delegare compiti cruciali senza un solido framework di supporto può portare a confusione e potenziali rischi. La ricetta, forse, sta nel trovare un equilibrio tra flessibilità e standardizzazione, tra innovazione e sicurezza assoluta per il paziente.

Riferimento Principale:
Yoshida S, et al. Anesthesia Assistants (Nurses and Non-Nurses) in Japan: A Narrative Review. Cureus. 2024.